Canada

Turismo in crisi, affari
a picco per le imprese

TORONTO – Il turismo verso il Canada è in crisi: a dichiararlo è il capo della Tourism Industry Association of Canada, secondo il quale – come riferisce Global News – le aziende del settore stanno lottando per rimanere a galla e non affogare in un mare di debiti causati dalla carenza di visitatori stranieri. Una preoccupazione confermata da un sondaggio condotto fra aprile e maggio da Nanos – on line, su un campione di 149 contabili di imprese turistiche – secondo il quale circa il 45% degli operatori potrebbero chiudere entro tre anni, a meno che il governo non intervenga per adeguare le condizioni dei prestiti.

“A meno che non ci siano modifiche al sistema di rimborso ed ai requisiti di rimborso dei prestiti ricevuti dalle aziende, attività come i campeggi, gli hotel, i parchi di divertimento rischiano di chiudere nei prossimi tre anni”, conferma Beth Potter, CEO dell’organizzazione turistico-commerciale.

Molte aziende intervistate hanno affermato che non saranno in grado di effettuare pagamenti del debito che dovrebbero scadere nei prossimi due anni. I prestiti includono quelli stipulati attraverso i programmi federali di soccorso avviati durante la pandemia, come il Canada Emergency Business Account (CEBA), nonché il Regional Relief and Recovery Fund ed il programma Highly Affected Sectors Credit Availability Program.

La Tourism Industry Association of Canada dunque chiede al governo federale di prorogare il termine di rimborso a tasso zero per i prestiti CEBA al 31 dicembre 2025, due anni dopo l’attuale scadenza. Chiede inoltre ad Ottawa di aumentare la parte “perdonabile” dei prestiti interamente rimborsati al 50%, da un massimo del 33%, e di prorogare la scadenza per tale condono fino alla fine del 2024, piuttosto che entro la fine di quest’anno.

Circa il 30% degli intervistati, principalmente aziende di piccole e medie dimensioni, ha riportato un debito in essere di oltre $ 250.000. Uno su cinque ha sostenuto un debito compreso tra $ 100.000 e $ 250.000.

A fronte di questi impegni finanziari, non c’è stato un ritorno economico: a marzo, il numero combinato di visitatori in Canada e residenti di ritorno si è attestato al 77% dei livelli di marzo 2019, secondo i dati più recenti di Statistics Canada. E lo stesso Potter afferma che anche i viaggi d’affari rimangono in calo rispetto ai totali pre-pandemia. “Non solo eventi aziendali come conferenze e fiere e cose del genere, ma anche viaggi d’affari transitori, con qualcuno che vola a Toronto per una riunione e poi torna indietro”.

Anche negli Stati Uniti, il cui settore dei viaggi è rimbalzato più rapidamente di quello canadese, i viaggi d’affari ed internazionali rimangono al di sotto dei livelli del 2019 “ed i viaggi d’affari sembrano essersi fermati ai livelli attuali”, afferma l’analista di TD Cowen Helane Becker in una nota agli investitori.

La carenza di manodopera rimane un altro problema, ostacolando la capacità degli imprenditori di ricoprire posizioni qualificate, commercializzare e promuovere, servire i clienti su larga scala e gestire i propri team.

“Eravamo in una posizione difficile con il lavoro prima che la pandemia colpisse e la pandemia l’ha accentuata”, sottolinea Potter. E l’uscita di molti baby-boomer dalla forza lavoro non ha aiutato. “Hanno detto: ‘No, siamo fuori, andiamo in pensione, ci trasferiamo al cottage’. Abbiamo perso un enorme quantità di leadership all’interno del settore”.

Ma al governo federale sembra non interessare l’allarme degli operatori: dopo diverse estensioni del programma, lo stesso governo afferma infatti sul proprio sito web del CEBA che tutte le “scadenze di rimborso sono ora definitive e non possono essere modificate”.

Il programma CEBA ha finanziato più di 898.000 piccole imprese ed organizzazioni no profit con 49,2 miliardi di dollari in prestiti senza interessi fino a 60.000 dollari dopo l’inizio della pandemia di COVID-19, secondo i dati del governo che, adesso, vuole indietro quei soldi e non è disposto ad attendere oltre.

Foto di Eugene Aikimov su Unsplash

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