Canada

Soldi agli editori canadesi:
Google passa al contrattacco

TORONTO – Google contro il Bill 11. E nemmeno il Bill 18 gli va tanto giù. Stiamo parlando dei due disegni di legge del governo liberale che costringerebbero il colosso del web a promuovere i contenuti canadesi (il Bill 11) ed a condividere le proprie entrare con gli editori che forniscono le notizie (il Bill 18).

Contro il primo, il Bill 11 “Online Streaming Act”, Google ha lanciato, mercoledì, una vera e propria campagna on line pubblicando post sui blog e su Twitter con lo slogan “mantieni YouTube tuo”. “Il tuo feed YouTube è unico. Il disegno di legge C-11 potrebbe cambiarlo”, avverte uno dei post di Google. In ballo ci sono le disposizioni sulla “rilevabilità” dell’Online Streaming Act, che richiederebbero alle piattaforme on line di promuovere i contenuti canadesi. I creatori di tali contenuti hanno avvertito, però, che le regole di “rilevabilità”, che mirano ad aiutarli ad essere più visibili, potrebbero ritorcersi contro di loro. Questo perché se le nuove regole obbligano a mostrare i contenuti agli utenti che non sono interessati e quegli utenti non guardano o non interagiscono con quel contenuto, gli algoritmi utilizzati dalle piattaforme digitali penalizzeranno il contenuto e quindi i suoi creatori.

In un post, il chief product officer di YouTube Neal Mohan ha affermato che è “profondamente preoccupante” che il disegno di legge “abbia il potenziale per svantaggiare i creatori canadesi che costruiscono le loro attività sulla nostra piattaforma e cambiare l’esperienza personalizzata di milioni di canadesi che visitano YouTube ogni giorno”. Il disegno di legge richiederebbe infatti a YouTube di “manipolare” i suoi sistemi di algoritmi di raccomandazione “e di far emergere i contenuti in base alle priorità della CRTC (Canadian Radio-television and Telecommunications Commission) piuttosto che agli interessi degli utenti canadesi”. Ciò significa che agli utenti verranno offerti “contenuti a cui un’autorità di regolamentazione del governo canadese ha dato la priorità, piuttosto che contenuti a cui sono interessati”.

Pronta la replica di Chris Bittle, segretario parlamentare del ministro federale del Patrimonio: “I giganti della tecnologia – ha detto, secondo quanto riferisce il National Post – stanno cercando di spaventare i canadesi creatori di contenuti che dipendono dalle loro piattaforme. Il disegno di legge non detta algoritmi alle piattaforme: spetta alle piattaforme stesse decidere come mostrare la nostra cultura canadese e ci sono molti modi per farlo senza danneggiare i nostri creatori”, ha detto Bittle.

Lo stesso ministro federale del Patrimonio, Pablo Rodriguez, ha dichiarato che c’è una “campagna di paura” intorno al disegno di legge, assicurando che il Bill 11 mira a garantire che le piattaforme di streaming contribuiscano al sistema e che il modello sarà flessibile e basato su diversi modelli di business.

Intanto, martedì il presidente degli Affari Globali di Google con sede in California, Kent Walker, è andato a Ottawa per incontrare il governo e fare pressioni sia contro il disegno di legge C-11 che contro l’altro atto legislativo, il Bill 18, che costringerebbe Google a condividere le entrate con gli editori di notizie. In sostanza il Bill 18, Online News Act, costringerebbe Google e Meta, la società madre di Facebook, a raggiungere accordi commerciali con gli editori, sotto la minaccia di un arbitrato obbligatorio.

Il portavoce di Google Canada, Shay Purdy, ha dichiarato che Walker “ha incontrato una varietà di parti interessate a Ottawa per discutere le priorità politiche chiave, inclusi i progetti di legge C-11 e C-18”. Purdy ha aggiunto che Walker era in Canada questa settimana per annunciare nuove sovvenzioni per le organizzazioni no profit canadesi.

“Questi atti legislativi avranno un impatto negativo sui creatori, sulle aziende e su tutti i canadesi che dipendono dai nostri prodotti e servizi e [noi] abbiamo la responsabilità di garantire che tali impatti siano ben compresi”, ha detto Purdy. E mercoledì un gruppo di creatori di contenuti canadesi ha inviato una lettera ai senatori, avvertendo che ai sensi del disegno di legge C-11 i loro “mezzi di sussistenza sono a rischio” e chiedendo al Senato di rimuovere dal disegno di legge le disposizioni sulla “rilevabilità”. La lettera, inviata sotto l’egida del gruppo Digital First Canada, è firmata da dozzine di creatori che hanno più di 250 milioni di abbonati globali su più piattaforme, ha affermato il suo direttore esecutivo Scott Benzie.

Entrambi i progetti di legge sono attualmente allo studio delle commissioni parlamentari. Il disegno di legge C-18 è in prima lettura e davanti alla commissione per il patrimonio della Camera dei Comuni. Il disegno di legge C-11 è passato in terza lettura alla Camera ed è ora al Senato, dove è probabile che i senatori tentino di modificarne gli aspetti controversi.

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