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Sanità, Duclos ’scarica’
i ministri provinciali

TORONTO – “Il mio compito non è inviare dollari, il mio compito è assicurarmi che qualunque cosa facciamo aiuti i miei colleghi, ministri (provinciali) della Salute, a svolgere il lavoro difficile e importante che vogliono fare e che vogliono continuare a fare”. Le parole del ministro federale della Salute, Jean-Yves Duclos, arrivano pochi giorni dopo il vertice di Vancouver, nel corso del quali i ministri della Salute di tutte le province canadesi hanno chiesto al governo guidato da Justin Trudeau di aumentare i trasferimenti dei fondi sanitari alle Province dal 22% al 35%, per far fronte alla gravissima crisi che ha investito il sistema sanitario dell’intero Paese: mancanza di medici e infermieri, ospedali al collasso, carenze persino nel settore del primo soccorso con le ambulanze che restano ferme nei parcheggi delle strutture sanitarie ed attese di decine di ore per i pazienti.

“Una lotta inutile”, l’ha definita Duclos quella dei suoi colleghi dele Province. “Se i dollari fossero la soluzione al problema, il problema sarebbe risolto rapidamente perché Province e territori in media stanno già registrando eccedenze”, ha detto Duclos a CTV.

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, il governo federale si è detto disponibile all’invio di più denaro ma “a determinate condizioni”, vale a dire ampliare “l’uso di indicatori sanitari chiave comuni” e costruire “un sistema di dati sanitari di livello mondiale”. Condizioni poco chiare, a dire il vero. Chiarissime, invece, le parole di Duclos: “Ai ministri provinciali della Salute sono stati dati ‘ordini’ dai loro premier: chiedere soldi al governo centrale. Ma questa non è una soluzione. Dobbiamo concordare i fini prima di arrivare ai mezzi per raggiungerli”.

Durissime le reazioni dalla Province, in particolare dalla British Columbia il cui ministro della Salute, Adrian Dix, si è fatto portavoce sin dall’inizio della protesta dei ministri provinciali. “I nostri premier hanno chiesto di incontrare e discutere il Canada Health Transfer con il primo ministro Justin Trudeau per più di un anno e Duclos è venuto al vertice di Vancouver con nessun dettaglio su quel fronte”. Dix ha aggiunto che è “assurdo” per il governo federale affermare che il punto critico riguarda solo gli importi in dollari, quando le province hanno bisogno di più soldi per assumere personale sanitario ed affrontare le lacune in altre aree, come la salute mentale e le dipendenze.

“Il governo federale, sfortunatamente, in questo caso, non credo che abbia preso sul serio la questione”, ha aggiunto Dix. “Chiediamo un incontro da un anno e non l’abbiamo ancora ottenuto”.

Ma non sono solo i ministri provinciali della Salute a dichiararsi delusi dall’esito dell’incontro.

Il past president della Canadian Medical Association (CMA), la dottoressa Katharine Smart, ha dichiarato a CTV che “speravamo di vedere la cooperazione e la collaborazione tra i vari livelli di governo verso soluzioni per quello che è il nostro sistema sanitario in crisi”, ha affermato. “E penso, sfortunatamente, che siamo molto lontani da quel traguardo”. Smart ha aggiunto che la CMA ha proposto diverse modifiche al sistema che non sono state implementate e che c’è preoccupazione di versare più soldi in “qualcosa che è rotto”, senza lavorare per “trasformare e modernizzare il nostro sistema sanitario”.

“Quello che ha portato fino a qui è un vicolo cieco”, ha detto Smart. “Ma ciò che significa per i canadesi è la continua mancanza di accesso a cure tempestive, ed è molto preoccupante”. Una preoccupazione che, evidentemente, il ministro federale della Salute non ha.

Nella foto in alto, il ministro federale della Salute, Jean-Yves Duclos, al vertice di Vancouver (foto dalla sua pagina Twitter – @jyduclos)

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