Canada

Papa Francesco
a luglio sarà in Canada:
le prime anticipazioni
su dove andrà

TORONTO – Edmonton, Quebec City e Iqaluit. Sono queste le tre tappe del viaggio di Papa Francesco in Canada in programma a fine luglio. A dirlo a CBC News sono fonti non autorizzate a parlare pubblicamente. Del resto lo stesso Papa, nell’udienza finale concessa in Vaticano ai gruppi di nativi americani il 1º aprile, aveva lasciato intendere che intorno ai giorni di Sant’Anna, che si celebra il 26 luglio, sarebbe arrivato in Canada per visitare i nativi americani nei loro territori e chiedere perdono per le azioni dei membri della Chiesa cattolica romana nelle scuole residenziali.

La delegazione che si è recata a Roma – 32 anziani indigeni, custodi della conoscenza, sopravvissuti di scuole residenziali e giovani provenienti da tutto il Canada, rappresentanti dei popoli Métis, Inuit e First Nations – hanno detto di aspettarsi che Papa Francesco porga le scuse per il ruolo della Chiesa nella gestione delle scuole residenziali sul suolo canadese come richiesto dalla Truth and Reconciliation Commission. E in attesa che questo accada, il presidente del Metis National Council Cassidy Caron ha affermato che la sua organizzazione ha anche discusso della prevista visita papale attraverso un comitato creato dalla Conferenza episcopale canadese. “Speriamo che il Papa venga in Canada – ha detto Caron – si scuserà, porgerà, si spera, scuse in qualche modo più forti… che vanno un po’ oltre e riconoscerà il ruolo della Chiesa cattolica nelle scuole residenziali. Non solo di quelle persone”. Caron si augura che se il Papa andrà a Edmonton coglierà l’occasione per visitare il Lac Ste. Anne Pilgrimage, designato sito storico nazionale del Canada, 78 chilometri a nord-ovest. “È un luogo speciale – ha detto – un luogo spirituale, un luogo di guarigione per le persone Métis”.

Il viaggio di un giorno programmato dal Papa a Iqaluit segue un invito del presidente dell’Inuit Tapiriit Kanatami (ITK) Natan Obed, a cui è stato chiesto dai leader Inuit di sostenere una visita papale nella capitale del Nunavut. “Considerando che la Chiesa cattolica ha avuto un’impronta nell’Artico canadese per oltre 100 anni, abbiamo ritenuto che fosse molto importante per il Papa vedere la nostra terra – ha detto Obed – e comprendere il contesto Inuit nel più ampio contesto indigeno, la presenza della Chiesa cattolica e il ruolo che ha svolto nella gestione delle scuole residenziali”.

Obed ha affermato che ITK è stato parte di una visita in loco da parte di funzionari vaticani venerdì scorso a Iqaluit, visita che ha descritto come positiva.

La Conferenza episcopale canadese (CCCB) ha affermato che sta consultando le organizzazioni indigene nazionali su date e luoghi, che non sono ancora definitivi, e continuerà i colloqui per pianificare la visita se e quando sarà confermata.

Va ricordato che Papa Francesco ha ricevuto numerosi inviti dai leader indigeni a visitare i loro territori, compresi i capi delle Prime Nazioni in Manitoba e Kúkpi7 (Chief) Rosanne Casimir di Tk’emlúps te Secwépemc.

Ma poiché l’85enne pontefice ha problemi di salute (a causa della sciatica zoppica e ha difficoltà a fare le scale) gli hub centrali che possono ospitare il maggior numero possibile di sopravvissuti alle scuole residenziali saranno selezionati per rappresentare il Canada settentrionale, occidentale e orientale.

“I vescovi canadesi sono grati che papa Francesco abbia accettato il loro invito a visitare il Canada in un pellegrinaggio di guarigione e riconciliazione – ha scritto il CCCB in una nota a CBC News – data l’età avanzata del Santo Padre e il desiderio di visite semplici e modeste, possiamo aspettarci che, date le dimensioni del Canada, la visita canadese rispecchi questa realtà sia nella durata del pellegrinaggio che nella geografia”.

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