Canada

Ottawa, chiusa convention grit
tra nuove politiche
e futuro incerto

TORONTO – Una bozza di proposte politiche e strategie per guidare il partito nella seconda fase della legislatura in vista delle future elezioni. È quanto stato approvato a Ottawa nella Convention liberale, probabilmente l’ultima prima del prossimo ritorno alle urne, sia che il governo di minoranza riesca a reggere gli scossoni del fragile patto di legislatura con l’Ndp fino al 2025 o che invece le divisioni con il partito di Jagmeet Singh costringano i canadesi alle elezioni anticipate. In tutto i delegati del Partito Liberale hanno approvato 24 mozioni che entrano a far parte dell’agenda politica della maggioranza che sostiene il governo Trudeau, proposte che – è utile ricordarlo – non saranno vincolanti per il primo ministro, ma che comunque rappresentano gli umori e gli orientamenti della base grit.

Tra le più importanti, quella generica di rafforzare le politiche governative per affrontare la crisi abitativa per le fasce meno abbienti che ha colpito il Canada negli ultimi anni, in particolare Toronto e gli altri principali centri urbani del Paese, la promessa quindi di rimettere le mani sul sistema elettorale e la proposta di costruire una linea ferroviaria ad alta velocità che attraversi l’Ontario e il Quebec. Nulla di nuovo all’orizzonte, a dire il vero, se teniamo conto che la riforma elettorale era già parte integrante del programma del Partito Liberale nelle elezioni del 2015, quelle che decretarono la prima vittoria dell’attuale primo ministro: in otto anni l’idea è stata riproposta nelle altre due tornate elettorali, ma non è poi mai stata affrontata seriamente in parlamento, anche per la mancanza di un terreno comune con le opposizioni. Quella della linea ferroviaria ad alta velocità è invece un’idea riproposta continuamente almeno da 25 anni a questa parte. In sostanza è stata ribadita la bontà di una politica di indirizzo che vada in questo senso e nulla più.

Bocciate invece altre idee che erano state messe sul tavolo dai membri del Partito Liberale. Non ha infatti ricevuto la maggioranza dei consensi la proposta di approvare una legge quadro per rafforzare i vincoli contro lo sforamento del budget, con l’introduzione dell’obbligo di approvare annualmente una Manovra bilanciata con la quale non si possa fare affidamento sul deficit: quello che avviene, cioè, nelle amministrazioni comunali, che per legge devono pareggiare la quota delle entrate con quella delle uscite. Bocciata anche la proposta di rendere il voto obbligatorio, un’idea questa che non ha riscosso grande consenso tra i delegati liberali.

Per il resto, la Convention è stata l’occasione per fare il punto della situazione e capire fino a che punto l’attuale dirigenza del partito avrà la forza di affrontare la quarta elezioni sotto la guida di Trudeau. Anche se il primo ministro nel Paese non gode più del consenso popolare che lo aveva portato al potere otto anni fa, all’interno del partito non si intravede un potenziale altro candidato capace di lanciare la sfida per un fisiologico cambio al timone. Che a questo punto, molto probabilmente, avverrà dopo le prossime elezioni federali, nel caso in cui l’elettorato canadese – come si potrebbe evincere dai sondaggi degli ultimi dodici mesi – decidesse di premiare il Partito Conservatore di Pierre Poilievre e di dare il benservito all’attuale primo ministro.

Il vice primo ministro Chrystia Freeland durante la Convention (foto Liberal Party)

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