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TORONTO – Nel corso degli anni, è diventato più facile per le persone creare e condividere contenuti online. Il 2 febbraio, il governo federale ha introdotto l’Online Streaming Act (OSA), Bill C-11. La proposta di legge mira a modernizzare il Broadcasting Act che è cambiato poco dal 1991, prima che l’Internet diventasse più accessibile alle persone in tutto il mondo.

Questo disegno di legge potrebbe essere considerato da altri come un “riavvio” del controverso disegno di legge sul broadcasting, C-10, che è stato presentato lo scorso anno, ma non è riuscito a passare al Senato prima delle elezioni federali del 2021.

Secondo il governo federale, la nuova legislazione mira a sostenere una maggiore diversità nel settore della radiodiffusione. Ciò potrebbe significare una maggiore rappresentanza per le comunità sottorappresentate come le minoranze culturali e linguistiche, i popoli indigeni, le comunità razzializzate e LGBTQ e le persone con disabilità.

Se approvato, sottoporrebbe i principali servizi di streaming e piattaforme di social media come Netflix, Instagram, Spotify e YouTube alle stesse regole delle emittenti canadesi. Garantirebbe inoltre che tali società contribuiscano alla creazione di contenuti culturali canadesi e paghino una quota dei profitti agli artisti canadesi.

Ciò potrebbe avere un impatto significativo per le pubblicazioni cartacee come il Corriere Canadese che pubblicano notizie e contenuti multimediali online.

Il governo federale afferma che, una volta implementato, il disegno di legge promuoverà un sistema di trasmissione più inclusivo che rifletta la società canadese. Allo stesso tempo, C-11 mira a supportare i “creatori” del Canada e garantisce che la Canadian Radio-Television and Telecommunications Commission (CRTC) utilizzi gli strumenti adeguati. Questi meccanismi includono la possibilità di raccogliere informazioni, stabilire regole e assegnare sanzioni per non conformità alle piattaforme che confluiscono in Canada.

Questo disegno di legge non è privo di polemiche. I critici sostengono che potrebbe portare alla regolamentazione delle persone che pubblicano contenuti originali su piattaforme come YouTube e interferire con la libertà di parola. Per sedare alcune di queste preoccupazioni, il governo federale ha indicato che l’OSA “non si applica ai singoli canadesi, siano essi utenti, creatori, influencer digitali o lavoratori”. Invece, si applicherebbe ai giganti di Internet che trasmettono contenuti commerciali di social media, come video musicali, film e notizie professionali sulle loro piattaforme di streaming.

Tuttavia, persistono altre preoccupazioni, come sottolineato da Michael Geist, professore di diritto all’Università di Ottawa. È specializzato in questioni relative al diritto tecnologico, comprese le questioni relative al diritto d’autore e alla privacy. In un articolo intitolato Not Ready for Prime Time, pubblicato sul suo sito web (3 febbraio), evidenzia diversi problemi con Bill C-11 come la questione della “regolamentazione dei contenuti generati dagli utenti”.

Secondo Geist, il disegno di legge contiene una serie di esenzioni che autorizzano la CRTC a creare regolamenti per trattare i contenuti caricati sulle piattaforme di social media come “programmi” in base a determinati criteri. Alcuni fattori includono se il contenuto caricato genera entrate (direttamente o indirettamente), se il programma è stato trasmesso da un’impresa con licenza o registrata presso la CRTC o se il programma ha un identificatore univoco in base a un sistema di standard internazionali.

Ciò potrebbe portare a problemi più grandi poiché i criteri potrebbero essere applicati ampiamente ad altri settori. Ad esempio, Geist suggerisce che i video o la musica caricati che generano entrate indirette, inclusi i singoli podcast, potrebbero essere trattati come programmi, essenzialmente “mettendosi al passo” con le regole e soggetti alla regolamentazione CRTC.

Altri fattori come chi e cosa si identifica come creatori canadesi rimangono poco chiari. Ad esempio, i film realizzati in Canada con attori canadesi potrebbero non essere considerati contenuti canadesi se i contributori chiave come scrittori, registi o produttori non provengono dal Canada. Lo stesso potrebbe valere per la musica scritta e prodotta da artisti canadesi se questi hanno la propria sede al di fuori del paese.

Prima che il disegno di legge C-11 possa essere approvato e ricevere il Royal Assent, occorre un’ampia revisione e consultazione con le principali parti interessate e i creatori. Il governo federale ha ancora molto lavoro da fare. Non solo deve affrontare le incertezze, ma anche creare condizioni di parità per le emittenti canadesi e le grandi piattaforme di social media (inclusa anche la stampa cartacea).

(traduzione in Italiano a cura di Mariella Policheni)

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