TORONTO – Toccata e fuga. Meno di 24 ore dopo aver difeso la necessità di mantenere lo stato d’emergenza che attribuisce al governo dei ‘poteri straordinari’ o ‘speciali’, Trudeau ha revocato la misura lasciando tutti a bocca aperta. Un dietrofront, il suo, inaspettato e sbalorditivo. Solo due giorni prima il primo ministro aveva giustificato la necessità di mantenere le misure in vigore anche dopo lo sgombero di Ottawa e dei valichi di frontiera, perchè aveva detto, esiste la possibilità che i manifestanti tornino. Va da sè che dopo il primo momento di stupore è scoppiata la polemica. Con questo voltafaccia, in sostanza, Trudeau, è diventato un facile bersaglio, ha prestato il fianco ai suo avversari politici.
La leader ad interim del partito conservatore Candice Bergen, una strenua oppositrice della decisione del governo di invocare l’Emergencies Act, ha giudicato discutibile la decisione di Trudeau di revocarlo dopo aver difeso il suo uso solo pochi giorni fa. “L’annuncio di oggi è la prova che il primo ministro invocando l’Emergencies Act ha fatto un grosso errore. Nulla è cambiato tra lunedì e oggi, a parte la marea di preoccupazioni da parte dei cittadini canadesi e il fatto di essere giudicati ridicoli a livello internazionale – ha dichiarato Bergen – Trudeau ha introdotto l’Emergencies Act in primo luogo per il suo tornaconto politico personale. E lo ha revocato ora per lo stesso motivo. Si rende conto che sta perdendo consensi”.
Il premier dell’Alberta Jason Kenney e quello del Saskatchewan Scott Moe hanno convenuto che l’Emergency Act non avrebbe mai dovuto essere invocato in primo luogo. Kenney ha affermato che “non c’è mai stata un’emergenza che abbia richiesto i poteri extragiudiziali conferiti dalla legge” e ha definito il provvedimento un “abuso di potere”. “La provincia andrà avanti con una revisione giudiziaria sull’uso della legislazione da parte del governo federale”, ha concluso. “La revoca dell’Emergencies Act è stata la cosa giusta da fare perchè non era necessario. Le forze dell’ordine avevano già tutti gli strumenti necessari per fermare la protesta illegale. Ora, con la fine all’uso dell’Emergencies Act, è arrivato il momento di porre fine alle restrizioni e agli obblighi”, ha tuonato il premier Moe.
Anche la deputy leader dell’NDP del Saskatchewan si è unita al suo oppositore politico nel criticare la decisione di Trudeau di invocare l’Emergencies Act. “È importante ricordare che questo primo utilizzo della legislazione di emergenza costituisce un precedente e avrà implicazioni per il futuro – ha detto – abbiamo il dovere non solo di esaminare le circostanze attuali, ma anche di prendere in esame le potenziali situazioni future”. “Sebbene l’Emergencies Act non sia più in vigore, il precedente stabilito dal governo invocando la legislazione rimane”, recita un comunicato della Canadian Civil Liberties Association (CCLA). Il CCLA si è impegnato a combattere in un’aula di tribunale l’uso della legge da parte del governo perchè “è importante che il tribunale intervenga come guida per i futuri governi”.
Il leader dell’NDP Jagmeet Singh, aveva avvertito fin dal momento in cui il suo partito aveva dato il suo sostegno per approvare la legislazione d’emergenza, che “non appena le misure non fossero state più necessarie” avrebbe ritirato il supporto dato ai liberali.
Il senatore conservatore Leo Housakos si è detto sollevato per il popolo canadese per il fatto che la legislazione d’emergenza – che è rimasta in vigore per nove giorni – sia stata revocata, ma scoraggiato dal danno che è stato fatto dal primo ministro Trudeau. “Purtroppo a causa delle decisioni prese dal primo ministro nessuno alla fine ne esce vincitore”, ha detto.