Canada

Identità di genere, braccio
di ferro in tre DEC

FREDERICTON – È braccio di ferro in New Brunswick fra alcuni distretti scolastici (DEC: District Education Council) ed il governo provinciale conservatore che ha introdotto il divieto agli insegnanti ed al personale delle scuole di utilizzare il nome ed il pronome scelti dagli studenti sotto i 16 anni che abbiano dubbi sulla propria identità di genere, a meno che i genitori non acconsentano.

ùFinora, era obbligatorio ottenere il consenso dei genitori per cambiare il nome di un bambino sotto i 16 anni sulla documentazione ufficiale come le pagelle, ma il ministro dell’Istruzione, Bill Hogan, ha annunciato l’estensione di tale obbligatorietà anche ai cambi informali di nome e pronome. E se lo studente dovesse opporsi all’inclusione dei genitori in questa scelta, dovrà essere indirizzato ad uno psicologo scolastico od assistente sociale per elaborare un “piano” per includere i genitori.

Come dicevamo, la decisione ha causato la reazione di tre distretti scolastici: Francophone South, Anglophone East ed Anglophone South. I tre istituti hanno annunciato che agiranno contro le modifiche alla Policy 713, che aveva appunto introdotto (nel 2020) la possibilità, per tutti gli studenti, di essere indicati con i loro pronomi e nomi preferiti senza coinvolgere i loro genitori. I tre distretti scolastici temono infatti che i cambiamenti decisi dal governo provinciale mettano a repentaglio la salute e la sicurezza della comunità scolastica.

Anche la New Brunswick Association of School Psychologists si è espressa contro questi cambiamenti, dicendo che si stanno costringendo gli studenti a scegliere tra fare coming out con i loro genitori quando non sono ancora pronti o vedere la loro identità rifiutata dal personale scolastico.

“Il misgendering delle persone transgender e di genere diverso aumenta il rischio di autolesionismo, ideazione suicidaria ed altri problemi di salute mentale”, ha affermato in precedenza l’associazione. Il sindacato degli psicologi scolastici e degli assistenti sociali ha presentato due reclami contro i cambiamenti della Policy 713, affermando che li rende complici nel danneggiare i bambini e li sta costringendo a contravvenire alla legge sui diritti umani. Lo stesso sindacato afferma di non essere stato consultato sulla revisione della politica e che i suoi membri rispetteranno verbalmente la richiesta di uno studente per un pronome diverso indipendentemente dal consenso dei genitori.

La scorsa settimana, Anglophone East e Anglophone South hanno approvato politiche che utilizzano effettivamente la vecchia formulazione, imponendo al personale scolastico di rispettare verbalmente la scelta del nome o del pronome di tutti gli studenti indipendentemente dall’età o dal consenso dei genitori. Adesso che il distretto scolastico Francophone South sta facendo la stessa cosa.

Il ministro Hogan ha rimosso qualsiasi riferimento all’identità di genere nella formulazione della Policy 713 sulle attività extrascolastiche. mas tutti e tre i distretti scolastici stanno ripristinando quel riferimento, imponendo che gli studenti possano partecipare ad attività extrascolastiche che siano sicure, accoglienti e “coerenti con la loro identità di genere”. Il braccio di ferro, dunque, è soltanto all’inizio.

La vicenda sta peraltro avendo strascichi a livello federale: il primo ministro Justin Trudeau ha attaccato i Conservatori del New Brunswick, definendoli “attori politici di estrema destra… che cercano di superare se stessi con la crudeltà e l’isolamento che possono infliggere a queste persone già vulnerabili. I bambini trans hanno bisogno di sentirsi al sicuro, non presi di mira dai politici”, ha detto Trudeau. Pronta la replica del leader conservatore Pierre Poilievre: “Trudeau dovrebbe smetterla di discutere della politica del New Brunswick sugli studenti LGBTQ2S+ nelle scuole. Il primo ministro non ha nulla a che fare con le decisioni che spettano alle Province ed ai genitori”, ha detto martedì Poilievre, aggiungendo: “Il mio messaggio a Trudeau è: stanne fuori e lascia che le Province gestiscano le scuole e che i genitori crescano i loro bambini”.

Foto di Kenny Eliason da Unsplash

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