Canada

Freedom Convoy
e criptovalute:
Charest contro Poilievre

TORONTO – Clima rovente nella corsa alla leadership del Partito Conservatore. Jean Charest, durante un’intervista concessa a CTV, ha attaccato a muso duro Pierre Poilievre, accusandolo in sostanza di aver violato la legge e, di conseguenza, di non avere più i requisiti necessari per diventare il nuovo leader della destra canadese. In particolare, l’ex premier del Quebec ha condannato l’atteggiamento ambiguo tenuto dal rivale durante le tre settimane di occupazione a Ottawa durante la manifestazione Freedom Convoy: in quel periodo il deputato di Carlton si fece fotografare con gli organizzatori della manifestazione ed espresse solidarietà nei confronti dei manifestanti. “Tutti quanti – ha dichiarato Charest – sappiamo che Pierre Poilievre ha sostenuto l’occupazione”.

Secondo l’ex premier della provincia francofona, l’atteggiamento di Poilievre dovrebbe portare alla squalifica dalla corsa alla leadership.

“Se uno dice ai canadesi di voler diventare il leader del Partito Conservatore e di voler essere il principale legislatore del paese, non può poi non obbedire alle leggi. Questo non è solo un fallimento nella leadership. Ti squalifica, per quanto mi riguarda, come qualcuno che pensa o aspira a essere un leader di un partito”.

“Poilievre – ha poi rincarato la dose – ha sostenuto l’occupazione. Ci sono conseguenze in queste decisioni. E una delle conseguenze è che non dovrebbe essere un leader di un partito, tanto meno un primo ministro”.

La polemica poi si è spostata sulle criptovalute. “Vuoi essere primo ministro del Canada e stai dicendo ai canadesi che la criptovaluta spazzerà via l’inflazione? Qualcuno credibile ci crede? C’è qualche persona che capisca le fasi dell’economia nel paese che ha effettivamente detto di avere ragione? Voglio dire, questo non è solo sbagliato. È bizzarro”.

Poilievre un paio di settimane fa aveva sostenuto la sua intenzione di trasformare il Canada nella “Capitale mondiale delle criptovalute”.
Non si può sminuire il ruolo di Bank of Canada – è questo il ragionamento di Charest – né si può trattare un tema complesso come quello delle criptovalute in modo così semplicistico. “La criptovaluta – ha continuato – deve essere regolamentata e deve essere compresa”.
Anche sul fronte dell’ambiente e del clima l’ex premier del Quebec ha attaccato duramente il suo avversario. “La nostra posizione sulle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera nella prossima campagna non può essere uno slogan. E se l’unica cosa che si offre è uno slogan, allora è davvero meglio lasciar perdere”, ha detto Charest.

“Non ho sentito nulla da parte sua che dica che è serio riguardo all’ambiente, a parte uno slogan. E sappiamo dove porta. Ci porta alla sconfitta diretta nella prossima campagna elettorale. Parla con i candidati che hanno corso nell’ultima campagna”, ha detto Charest. “Se non si ha nulla di credibile da dire sul clima, allora non ha senso andare avanti. I canadesi si preoccupano di questo problema”.

Poilievre e Charest sono considerati i due favoriti nella corsa alla leadership del Partito Conservatore. Nelle scorse settimane era stato il deputato di Carleton ad attaccare l’avversario, accusandolo in sostanza di non “essere un vero conservatore, ma solo quando gli fa comodo”.
Charest in passato, dopo essere stato il leader del Progressive Conservative, si è candidato al ruolo di premier del Quebec nelle fila del Partito Liberale, e questa secondo Poilievre rappresenta una macchia indelebile: Charest – è questo il senso dell’attacco – “è solamente un conservatore per convenienza”.

Oltre a Poilievre e Charest, sono in corsa Patrick Brown, Roman Baber, Leslyn Lewis, Scott Aitchison, Leona Alleslev, Grant Abraham, Joseph Bourgault, Marc Dalton, Joel Etienne e Bobby Singh.

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