Canada

Camionisti in rivolta:
disagi sulle strade,
scontro tra i partiti

TORONTO – Disagi nelle principali autostrade della Gta, accompagnati da un duro scontro politico tra i partiti. La protesta dei camionisti canadesi – che si oppongono alla quarantena obbligatoria per i non vaccinati che attraversano il confine con gli Stati Uniti – è arrivata ieri nella Greater Toronto Area, attraversando nel primo pomeriggio le arterie autostradali della città per poi continuare verso Ottawa, dove è in programma una manifestazione nel fine settimana.

Il convoglio lungo fino a 16 km e composto da almeno un migliaio di mezzi pesanti e autoarticolati, ha creato rallentamenti lungo la QEW, l’Highway 400, l’Highway 427, l’Highway 403 e l’Highway 401, con l’Ontario Provincial Police che ha controllato lo svolgimento della protesta e che ha fatto sapere come la presenza del convoglio abbia creato dei problemi quando la polizia ha dovuto “rispondere a situazioni d’emergenza”.

Intorno a mezzogiorno una parte del convoglio ha raggiunto il centro commerciale Vaughan Mills, accolto da una folla di migliaia di persone che si erano radunate per sostenere le ragioni della protesta dei camionisti.

Partito dalla British Columbia, il convoglio ha attraversato tutto il Paese con l’obiettivo di denunciare le nuove linee guida attivate dal governo federale per cercare di contrastare la nuova ondata scatenata dalla variante Omicron. Ma in questi ultimi giorni la protesta dei camionisti ha attirato il sostegno di altri gruppi della variegata galassia no vax canadese, che hanno espresso il loro sostegno sui social media indicando la manifestazione come un “sussulto di libertà contro le misure anti-democratiche” attivate durante la pandemia.

Bisogna tuttavia sottolineare che la protesta non è stata nemmeno riconosciuta dalle principali associazioni di categoria. La stessa Canadian Trucking Alliance ha fatto sapere fin dall’inizio che con il cosiddetto “freedom really” non aveva niente a che fare, dissociandosi dalla decisione di questo gruppo di camionisti di attraversare il Paese per protestare contro le misure approvate dal governo federale.

Ma la protesta è stata anche un nuovo pretesto per l’ennesima polemica politica tra i partiti federali, che molto spesso durante questi due anni di pandemia si sono divisi su questioni di fondo e sulle misure da approvare per cercare di frenare il contagio di Covid-19.

Il primo ministro Justin Trudeau è stato il primo a condannare con forza la manifestazione dei camionisti. “Siamo di fronte – ha dichiarato il leader liberale – a una piccola frazione, a una minoranza di persone che hanno vedute inaccettabili e che le stanno esprimendo: non rappresentano il punto di vista dei canadesi.

I canadesi che si aiutano l’uno con l’altro, che seguono la scienza. Il 90 per cento dei camionisti è vaccinato”. Anche il leader dell’Ndp Jgmeet Singh ha condannato la protesta: “Non sostengo una campagna nella quale si rifugiano punti di vista estremisti e pericolosi”. Il cognato del leader neodemocratico, Jodhveer Singh Dhaliwal, ha donato 13mila dollari agli organizzatori della manifestazione, una mossa che non è piaciuta a Singh e dalla quale si è dissociato immediatamente.

I conservatori, dal canto loro, si sono invece espressi a favore di questo gruppo di camionisti. L’ex leader Andrew Scheer, che si è incontrato lunedì scorso a Regina con un delegazione dei camionisti, ha sostenuto le ragioni della protesta. “Nessuno – ha detto – dovrebbe perdere il lavoro per ragioni legate alla sanità. I camionisti sono stati lavoratori essenziali lungo tutti i due anni della pandemia”.

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