Sport

Baseball e softball,
l’Italia punta
a volare in alto

TORONTO – Evidentemente ce l’ha nel sangue. E l’essere nato in Canada, probabilmente, ha acuito ancora di più quell’innata passione. Baseball e softball: per lui, Andrea Marcon, presidente della FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball), sono la prima e sempiterna passione. Una passione diventata un lavoro svolto con entusiasmo, impegno e dedizione. Con un sogno: portare l’Italia nei best ranking della sua storia, sia nel baseball che nel softball.

Nato a Montreal il 31 ottobre del 1973 da genitori friuliani emigrati in Canada per lavoro, Andrea Marcon è rientrato in Italia all’età di 6 anni stabilendosi a Castions di Strada, in provincia di Udine, con i suoi familiari. Militare di professione, si è avvicinato al mondo del softball come classificatore e, in seguito, come tecnico. Nel 1992 ha vinto il Campionato Ragazze con la Castionese. Poi è diventato arbitro, arrivando alla qualifica di Internazionale ISF. Dal 2011 al 2016 è stato direttore degli arbitri della ESF (European Softball Federation) e, infine, il 26 novembre 2016 è stato eletto presidente della Federazione Italiana Baseball Softball (FIBS). Da quel giorno, si divide fra Castions di Strada e Roma dove ci sono gli uffici della FIBS. Con “puntate” un po’ ovunque, in Italia e nel mondo, per i numerosi impegni delle squadre azzurre: fra i più recenti, la qualificazione (centrata) per il Mondiale Seniores 2024, l’Europeo Under 18 di Softball (in corso) e l’Europeo Under 23 di Baseball (la prossima settimana).

Presidente, com’è nata la sua passione per il baseball e per il softball?
“Si può dire che io sia nato su un campo da baseball, il ‘diamante’ è sempre stato parte della mia vita. Mio padre giocava a calcio (ha giocato anche nella Nazionale canadese) ma mi portava sempre a vedere le partite di baseball e così, a neanche tre anni, ho cominciato a frequentare una squadretta dove ho fatto i primi tiri. Quando ci siamo trasferiti in Italia, non ho avuto la possibilità di proseguire perché la squadra di baseball più vicina era distante da casa ma nel mio paese operava (e opera tuttora) una squadra di softball. Così, per divertimento, andavo a dare una mano e ho poi iniziato la carriera di tecnico e poi di arbitro. Con maschera e contastrike in mano ho avuto grandissime soddisfazioni tanto da essere designato per arbitrare gare in tre differenti campionati del mondo e ho ricevuto diversi riconoscimenti. Il baseball ed il softball sono sempre stati centrali nella mia vita e se mi chiedono quale sia il ricordo più bello della mia infanzia non ho dubbi: i tiri in giardino con il mio papà!”.

Ritiene che il baseball e il softball in Italia ricevano adeguata attenzione e/o supporto?
“In Italia viviamo tutti all’ombra del calcio. Gli altri sport vivono alcuni momenti di gloria in occasione di competizioni particolarmente importanti ma è difficile ottenere visibilità. Negli ultimi anni, con molta fatica, siamo riusciti ad ottenere spazi importanti su Sky Italia e su altre emittenti nazionali e così riusciamo a far vedere le nostre partite in tv e sul web. A livello economico riceviamo sostentamento dallo Stato ma è anche lì sempre più complesso far quadrare i conti a fine anno”.

Lei vive e lavora fra Italia e Canada: quali differenze ha notato fra baseball/softball canadesi e italiani?
“Diciamo che in questo periodo frequento meno il Canada ma è chiaro che il baseball ed il softball hanno una cultura ed un approccio diverso rispetto all’Italia. Anche i numeri dei praticanti è diverso e, giocoforza, la qualità del lavoro migliora quanto si può lavorare su più quantità. La più grossa differenza è dettata comunque dagli impianti in cui si gioca: in Canada le strutture sono certamente più organizzate e risultano così più accoglienti per chi le frequenta”.

Qual è il suo sogno nel cassetto?
“Chiudere il mandato con l’Italia che raggiunge i best ranking della sua storia, sia nel baseball che nel softball”.

Nell’immagine in alto, Andrea Marcon (foto: FIBS)

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