Politica

Aria di crisi, caucus liberale a Ottawa mentre McDonald si rimangia tutto

TORONTO – Fissare una per una le priorità legislative, limare i provvedimenti del Budget, rilanciare l’azione di governo e dare una svolta all’agenda dell’esecutivo. Sono questi gli obiettivi dichiarati del meeting del gruppo parlamentare liberale in programma a Ottawa, un vertice che segue la tre giorni di Montreal dove gli esponenti del governo guidato dal primo ministro Justin Trudeau si sono riuniti per fare il punto sulla situazione, rinserrare le fila e prepararsi a questo 2024, anno che precede l’appuntamento alle urne. Il caucus liberale arriva in un momento in cui è palese il clima di crisi che si respira nel partito, con la leadership di Trudeau che traballa, con i tanti dubbi che arrivano dai sondaggi che quotidianamente mettono sul tavolo numeri catastrofici e con la percezione reale di una progressiva disaffezione dell’elettorato canadese nei confronti del primo ministro.

La parola d’ordine in questa fase è abbastanza chiara: minimizzare il dissenso, specie se questo arriva dall’interno. E su questo punto fa un certo effetto il dietrofront fatto nel giro di ventiquattr’ore da Ken McDonald, il deputato eletto in Newfoundland che non più tardi di mercoledì durante un’intervista concessa a Radio-Canada aveva chiesto la leadership review. Ieri, attraverso un comunicato stampa, l’mp ha fatto un passo indietro: “L’intento dei miei recenti commenti pubbliche – si legge nel comunicato – non era quello di chiedere personalmente la revisione della leadership, e confermo che non la sto richiedendo”.

Cosa è successo in queste ventiquattr’ore per un così repentino cambio di idea? Mercoledì il deputato aveva dichiarato testualmente: “Il governo di oggi sta diventando un vecchio governo. La gente sta pensando che forse è arrivato il momento di cambiare. Lo dico a tutti: ogni leader, ogni partito ha una data di scadenza. La nostra data di scadenza è qui. Quindi o dobbiamo cambiare le cose in modo da far credere alla gente che siamo di nuovo nuovi, o siamo in grado di fare meglio andando avanti. Ma non è qualcosa di cui ho il controllo. Una revisione della leadership normalmente avviene, nella maggior parte delle circostanze in politica e specialmente nel governo federale, se si passa da un governo di maggioranza a un governo di minoranza. Non è successo. E siamo andati in minoranza nel 2019… E poi siamo andati in un’altra minoranza nel 2021. Facciamo chiarezza, come partito, e se le persone sono ancora intenzionate ad avere il leader che abbiamo ora, bene, ma almeno diamo alle persone l’opportunità di dire la loro su ciò che pensano della direzione in cui sta andando il partito”.

Una posizione chiara, ma si vede che la notte ha portato consiglio a McDonald. Fatto sta che i dubbi espressi mercoledì dal parlamentare del Newfoundland sono condivisi da buona parte dell’elettorato canadese e, in particolare, da coloro che alle ultime elezioni hanno votato per il Partito Liberale, almeno secondo un sondaggio pubblicato lunedì scorso da Abacus Data. In ogni caso il tempo stringe nell’eventualità, a questo punto piuttosto remota, che emerga una chiara opposizione interna a Trudeau che metta in dubbio la leadership del primo ministro. A meno che non sia proprio lo stesso leader liberale a decidere per un improbabile passo indietro.

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