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Xi: “Cina e Stati Uniti
non sono in conflitto”

SAN FRANCISCO – Mentre i rapporti fra il Canada di Justin Trudeau e la Cina hanno toccato il fondo, gli Stati Uniti di Joe Biden tentano di riallacciarli e le quattro ore di colloquio fra il presidente americano e quello cinese Xi Jinping sembrano avere già dato i frutti sperati: intese su più fronti, aperture su alcuni temi “caldi”, strette di mano e persino l’invio di alcuni Panda negli Usa, “inviati di amicizia tra i popoli cinese e americano”, come li ha definiti il leader cinese.

“Abbiamo fatto alcuni importanti progressi, i colloqui sono stati molto costruttivi e produttivi” ha detto Joe Biden dopo il faccia a faccia di martedì con Xi Jinping in una residenza alle porte di San Francisco, sottolineando l’importanza di “superare le differenze” in un mondo “abbastanza grande per la convivenza e per il successo di Cina e Stati Uniti”, che “non possono voltarsi le spalle”, tanto meno sullo sfondo di un’economia globale “in ripresa ma con uno slancio lento, appesantita dal protezionismo”, come gli ha fatto eco Xi Jinping, affermando di credere in un “futuro promettente” delle relazioni Usa-Cina. Confermati gli impegni a cooperare sul clima, a discutere sull’intelligenza artificale, a collaborare nella lotta al narcotraffico (al “Fentanyl” in particolare, l’oppioide sintetico made in Cina che sta facendo strage negli Usa), a ristabilire la hotline militare cancellata da Pechino dopo la controversa visita, nel 2022, dell’allora speaker americana Nancy Pelosi a Taiwan.

Ma è proprio Taiwan uno dei problemi irrisolti e, forse irrisolvibili nei rapporti fra Usa e Cina: Biden ha detto di aver ribadito la politica americana che riconosce una sola Cina ma di aver messo in chiaro con Xi che gli Usa si aspettano che la Cina non interferisca nelle elezioni di Taiwan, sottolineando l’importanza della pace e della stabilità nello stretto dell’isola. Ma il leader di Pechino, secondo il Ministero degli Esteri cinese, ha ammonito che gli Stati Uniti dovrebbero “intraprendere azioni concrete per onorare il proprio impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan, smettere di armarla e sostenere la riunificazione pacifica della Cina”, un obiettivo da lui definito “inarrestabile”.

Un altro nodo è rappresentato dalle azioni americane “in materia di controllo delle esportazioni, di verifica degli investimenti e le sanzioni unilaterali che danneggiano gravemente gli interessi legittimi della Cina”. L’istanza è che siano rimosse “in modo da fornire un ambiente equo, giusto e non discriminatorio per le imprese cinesi”. Ma anche Biden ha lamentato la mancanza di parità di condizioni nella competizione economica, avvisando che il trattamento della proprietà intellettuale scoraggia gli investimenti. le sanzioni e le limitazioni Usa all’export hi-tech e per Washington dalla mancanza di parità di condizioni competitive.

DIfferenze a parte, i rapporti tra Usa e Cina si espanderanno: “Credo che una volta aperta la porta alle relazioni bilaterali, non verrà più chiusa”, ha detto il presidente Xi Jinping, parlando a San Francisco alla cena di gala della comunità business Usa-Cina, tenuta a margine del vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (Apec). “Non dobbiamo creare ostacoli di vario genere oppure effetti agghiaccianti”, ha aggiunto Xi alla platea di circa quattrocento figure di spicco tra le quali i numeri uno di Apple, Tim Cook, e Pfizer, Albert Bourla, poche ore dopo il summit con il presidente Joe Biden. La Cina “non scommette mai contro gli Usa, non interferisce mai nei suoi affari interni, e non ha alcuna intenzione di sfidare gli Stati Uniti o di spodestarli”. Xi ha aggiunto che “saremo invece lieti di vedere un’America fiduciosa, aperta, in continua crescita e prospera. Allo stesso modo, gli Stati Uniti non dovrebbero scommettere contro la Cina, né interferire negli affari interni del Paese. Dovrebbe invece accogliere favorevolmente una Cina pacifica, stabile e prospera. La cooperazione vantaggiosa per tutti è la tendenza dei tempi”. Cina e Stati Uniti “sono pienamente in grado di aiutarsi a vicenda per avere successo e ottenere risultati vantaggiosi per tutti”, ha aggiunto Xi nel suo lungo intervento. La Cina è pronta “ad essere partner ed amica degli Usa. I principi fondamentali che seguiamo nella gestione delle relazioni bilaterali sono il rispetto reciproco, la coesistenza pacifica e la cooperazione vantaggiosa per tutti”.

Non è mancata l’ormai consueta “uscita” di Biden che, poco diplomaticamente, ha definito di nuovo Xi un “dittatore”, nel senso – ha poi tentato di sfumare – che è alla guida di un Paese “comunista”: parole definite da Pechino “estremamente sbagliate”. Ma i Panda “dell’amicizia” arriveranno comunque.

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