Toronto

Uno specchio della comunità, ecco come gli italiani vedono il Corriere Canadese

TORONTO – Da italiana che visita il Canada per la prima volta, poter entrare nella sede del Corriere Canadese, l’unico quotidiano in lingua italiana del Canada, è una grande emozione e lo è, allo stesso modo, incontrare l’Onorevole Joe Volpe.

Quando la poetessa Anna Ciardullo Villapiana ed io arriviamo alla sede del giornale, veniamo accolte con calore dai giornalisti del Corriere Canadese e dall’Onorevole in persona, con il quale nasce una bellissima conversazione.

I temi che affrontiamo sono vari e interessanti perché seguono un percorso che parte dal linguaggio e dalle conseguenze che possono scaturire a seconda delle intenzioni di chi lo utilizza.

Con loro ho potuto, infatti, parlare di temi di cui mi occupo da anni come bullismo, cyberbullismo e hate speech.

È un argomento particolarmente caldo, quello del discorso di incitamento all’odio, perché non è mai stato esteso e diffuso come lo è oggi, grazie ai social network.

Come sottolineano i miei interlocutori, il bullismo è sempre esistito, così come la violenza, ma i social lo hanno trasportato in una dimensione nuova e altrettanto pericolosa, perché tutto ciò che si pubblica online rimane in rete, potenzialmente per sempre, e gli effetti che ne conseguono non possono essere ignorati.

Molti utenti che navigano il web, oggi, considerano i social come un far west digitale, dove le regole del mondo civile non valgono e dove poter scrivere qualsiasi cosa, senza ripercussioni, comprese delle minacce, per poi nascondersi dietro un account fake, un nome fittizio e la giustificazione che si trattasse solo di uno scherzo.

Il fenomeno dell’hate speech, che senza dubbio può interessare tutti, senza alcuna distinzione, se non la semplice e presunta diversità dell’altro rispetto al parlante, in Italia identifica però, molto spesso, i suoi destinatari di elezione in un gruppo specifico, quello delle donne.

Il passato e il presente ci dimostrano che la strada da percorrere nella lotta per la parità e per il contrasto alla violenza sulle donne è ancora lunga, piena di ostacoli da superare e di fenomeni da non sottovalutare e uno di questi è proprio il discorso di incitamento all’odio.

Le donne, sui social, vengono spesso attaccate in quanto tali e ricevono ogni giorno commenti che denigrano il loro aspetto fisico, l’essere madri o il non esserlo, il lavoro che svolgono, le relazioni, in poche parole tutto ciò che riguarda la loro persona.

L’hate speech può manifestarsi in varie forme e sfumature e uno degli aspetti più interessanti è quello della sua intersezionalità, ovvero la sua capacità di colpire più di una caratteristica dell’individuo, un esempio particolarmente calzante che è stato oggetto del nostro colloquio è quello che riguarda il genere e la professione, che non ha risparmiato neanche l’Onorevole stesso.

Nel panorama italiano, dove una professione come quella del giornalista è già di per sé una tra le più criticate dall’opinione pubblica, le donne vengono spesso attaccate e sminuite non soltanto perché la svolgono, ma anche e soprattutto per il loro genere e questo, agli occhi di molti utenti, basta a renderle inadatte, prive di talento e bersaglio del loro biasimo.

Un altro mondo dove questo risulta particolarmente evidente è quello della politica.

Se una figura come quella del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni è, dal punto di vista politico, ragionevolmente e inevitabilmente oggetto di attenzioni per il ruolo che ricopre, lo stesso non può dirsi dei giudizi che tutto riguardano, tranne il suo operato in ambito politico.

Che rappresenti o meno il proprio credo politico e i propri orientamenti, nulla giustifica le invettive, gli attacchi e le minacce che Giorgia Meloni riceve quotidianamente e che, in molti casi, non riguardano affatto la sua attività di Premier, ma che si concentrano sulla sua persona e sulla sua vita privata.

Uno degli aspetti più interessanti che sono emersi dal nostro incontro è il racconto riguardo alle differenze riscontrabili in questi due paesi, Italia e Canada, nella considerazione delle donne e a come questa sia cambiata nel tempo. In Italia sembra che, nei contesti pubblici, le donne siano diventate un capro espiatorio, adatte ad essere figlie, mogli, madri, ma nulla di più.

Qui la situazione sembra essere diversa però, l’Onorevole Volpe mi dice che in Canada, infatti, alle donne che ricoprono ruoli di potere vengono riconosciute le loro competenze, così come il loro significativo apporto, che le rendono membri preziosi e stimati del panorama politico canadese, una strada che anche l’Italia ha iniziato da poco ad intraprendere e che, auspicabilmente, continuerà a percorrere nei prossimi anni.

Quando la nostra conversazione termina so di aver imparato molto grazie alla condivisione di idee di due grandi personalità creative e sagge, quelle della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e dell’Onorevole Joe Volpe, che mi hanno regalato il loro tempo e le loro preziose parole e che sono stati così gentili da ascoltare le mie.

Il Corriere Canadese mi ha dato così la grande opportunità non solo di venire in contatto con la sua splendida realtà, ma anche di farne, nel mio piccolo, parte e questo è uno dei regali più belli che porterò con me in Italia al termine di questo viaggio alla scoperta di questo meraviglioso paese e della comunità di italiani e italo-canadesi che lo popola.

Giulia Melchiorri

Giulia Melchiorri si è laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e ha conseguito la laurea magistrale in Scienze della Politica, della Sicurezza Internazionale e della Comunicazione Pubblica presso la stessa università. Nella sua tesi magistrale in Linguaggi dei Media, intitolata: “Giornalismo e hate speech: quando l’odio colpisce il genere e la professione”, Giulia analizza il discorso d’odio nei confronti delle donne online e offline, specialmente quando questo diventa intersezionale. Giulia ha poi conseguito un master in Leadership Internazionale e Made in Italy presso la Fondazione Italia-Usa. Dopo la laurea ho collaborato con l’Università degli Studi della Tuscia come ricercatrice per il progetto CELO – conoscenza e educazione per il contrasto al linguaggio dell’odio. Inoltre, è la social media manager della Rete civica delle donne (ODV) che si occupa, tra le altre cose, di violenza sulle donne, bullismo e cyberbullismo.

Nelle foto in alto e qui sopra: l’editore del Corriere Canadese, On. Joe Volpe, con Giulia Melchiorri e Anna Ciardullo Villapiana nella nostra redazione a Toronto

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