Cultura

“Rapito” di Bellocchio: il buon cinema italiano

Rapito è un film la cui storia scandalosa, degna di un Vaticano del XIX secolo, aveva inizialmente attirato l’interesse di Steven Spielberg, regista americano. Secondo quanto riferito, il regista americano ha abbandonato il progetto perché non è riuscito a trovare un attore bambino adatto per il ruolo principale.

Durante la proiezione del film a Cannes l’anno scorso, il regista italiano di Rapito, Marco Bellocchio, ha ipotizzato i motivi della decisione del regista americano: “La mia sensazione, una speculazione ovviamente, è che lui [Spielberg] possa aver visto la complessità di questo caso molto italiano e drammatico, per il quale la lingua italiana non è necessariamente obbligatoria, ma molto preziosa”.

Se l’affermazione di Bellocchio è sbagliata, il suo film non ne è certamente una prova, come il pubblico di Cannes avrebbe poi attestato concedendo al film una standing ovation di tredici minuti, ben quattro minuti in più rispetto a Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Il film è ambientato a Bologna nel 1858 e racconta la storia vera di Edgardo Mortara, un bambino ebreo di sette anni, che fu segretamente battezzato da una cameriera cattolica e in seguito privato della sua famiglia per ordine della legge papale – dal momento che un bambino cattolico poteva essere cresciuto solo da cattolici.

La storia del rapimento papale di Edgardo ha un significato storico su molti fronti poiché coincideva con e sotto il governo dell’ultimo Papa a regnare sullo Stato Pontificio, Pio IX. Fu il Papa che istituì la dottrina dell’infallibilità papale.

Ci sono innumerevoli temi intrecciati in questo periodo fragile e tumultuoso della storia italiana, papale e mondiale, non ultimo il confronto tra fede e dogma. Con l’unificazione italiana all’orizzonte e il fermento rivoluzionario in Europa, il periodo di Pio come Papa fu carico di decisioni cruciali che avrebbero aperto la strada ai cattolici moderni. Edgardo fu purtroppo una vittima infantile ma rappresentò anche alcune delle conseguenze per i non cattolici derivanti dall’egemonia del Dominio Sacerdotale sullo Stato Pontificio.

In aggiunta all’affermazione di Bellocchio secondo cui la storia forse richiedeva un’influenza italiana, che avrebbe innegabilmente incluso un occhio per i dettagli, le location del film non avrebbero potuto trasportarci meglio nell’epoca. Dalla stravaganza della Chiesa barocca di San Barnaba nel centro di Modena, a piazza Minozzi a Roccabianca, piccolo borgo in provincia di Parma, le location di Rapito evocavano perfettamente l’Italia di Papa Pio IX.

(ENGLISH VERSION OF THIS ARTICLE: Marco Bellocchio’s “Rapito” – A Reminder of fine Italian Filmmaking)

Il cast di attori di Bellocchio, un gruppo di artisti che molti altri recenti film americani avrebbero potuto facilmente impiegare, ricorda ai cineasti che la percepita carenza di attori italiani dopo l’era Mastroianni/Loren è in qualche modo un mito. Con un intero cast degno di lode, e ce n’erano molti, sarebbe ingiusto individuarne uno.

Eppure il ritratto di Barbara Ronchi della madre addolorata e risoluta di Edgardo è stato a dir poco ipnotico. Con attrici come Ronchi esistenti, come poteva Michael Mann (direttore di Ferrari) in tutta sincerità non averne trovata una italiana degna di interpretare Laura Ferrari o Lina Lardi?

E così siamo arrivati ​​al punto di partenza del dilemma di Spielberg di non riuscire a trovare l’attore bambino giusto. Sembrerebbe che Spielberg non avesse occhio per l’attore, oppure non avesse cercato abbastanza attentamente in Italia.

Bellocchio invece è riuscito a trovare tre attori bambini che a volte nelle loro interpretazioni mostravano la serietà di un veterano esperto. Enea Sala, nel ruolo di Edgardo, sembra destinato a ricoprire un ruolo nel cinema negli anni a venire. Se non altro, Rapito dovrebbe allertare i direttori del casting americani sui talenti che altrimenti avrebbero cercato in Spagna.

Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix

 

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