Toronto

Università di Toronto, tra protesta e lauree

TORONTO – Tutto secondo copione. Le cerimonie di laurea per gli studenti laureandi dell’Università di Toronto iniziano oggi mentre il campus dell’ateneo continua ad essere occupato – ormai da oltre un mese – dai manifestanti filo-palestinesi. A nulla sono valse le richieste di smantellare le tende ed a nulla è servita l’ingiunzione chiesta alla Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario, gli studenti a lasciare il King’s College Circle non ci pensano nemmeno. E così le 30 cerimonie previste fino al 21 giugno, assicura l’ateneo, procederanno come previsto con “precauzioni extra”.

L’università ha cercato di sgombrare l’accampamento prima delle sedute di laurea con la richiesta di un’ingiunzione urgente del tribunale che autorizzasse l’azione della polizia per allontanare i manifestanti che si rifiutavano di andarsene. Ma il giudice che ha esaminato il caso ha affermato che la prima udienza si potrà tenere il 19 e 20 giugno.

Ciò significa che la maggior parte dei laureati e dei loro familiari che parteciperanno alle cerimonie nel campus in centro Toronto probabilmente dovranno passare accanto al campo recintato pieno di tende, cartelli e bandiere.

La Convocation Hall si affaccia sul King’s College Circle, dove l’accampamento è stato allestito il 2 maggio dopo che gli studenti che hanno aderito alla protesta avevano violato una recinzione temporanea che l’università aveva eretto attorno alla vasta area erbosa.

Tra gli atti e le dichiarazioni giurate che l’università ha depositato finora in tribunale c’è la corrispondenza di studenti e familiari preoccupati per l’impatto della contestazione sulle cerimonie di laurea. Ma per i manifestanti il problema non sussiste. La loro presenza, dicono, non disturba affatto le cerimonie in programma.

L’università sostiene che l’accampamento pone rischi per la salute e la sicurezza e ha portato a numerose segnalazioni di molestie, discorsi di incitamento all’odio, episodi di antisemitismo e violenza – affermazioni negate dagli organizzatori della protesta.

Negli atti giudiziari, l’U of T afferma che l’aumento del numero di studenti, docenti e altri nel campus durante le cerimonie di laurea “crea il potenziale per continue molestie verbali e fisiche nei confronti dei membri della comunità da parte degli occupanti e aumenta la probabilità che sorgano discussioni potenzialmente violente”. Tra le e-mail inviate alla corte, c’è quella di uno studente che ha informato la U of T che non parteciperà alla cena di laurea presso l’edificio della Hart House perché “il campus non è più un luogo sicuro per gli ebrei”.

I manifestanti, dal canto loro, non arretrano di un millimetro e dicono che rimarranno nell’accampamento finché l’università non soddisferà le loro richieste, che includono la divulgazione di investimenti in aziende che traggono profitto dall’offensiva israeliana a Gaza.

Negli ultimi mesi sono sorti accampamenti simili nei campus universitari in tutto il Canada, con diversi atenei che stanno valutando o intraprendendo azioni legali contro i manifestanti.

La McGill University, ad esempio, a causa dell’accampamento che da oltre un mese occupa il suo campus, ha deciso di spostare le cerimonie di laurea al Bell Centre, sede dei Montreal Canadiens.

Nella foto in alto, l’accampamento alla U of T (Instagram / suri_toronto and occupyuoft)

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