TORONTO – Alla fine, la disdicevole “copertura della campagna” delle elezioni presidenziali americane del 2024 non aveva alcun fondamento. Gli elettori avevano preso una decisione molto tempo fa – almeno fin da quel fatidico e disastroso primo dibattito per Biden ed i Democratici (a giugno). Tutto ciò che è avvenuto da allora (cambio di candidato, diffamazione smodata del carattere dei candidati, distorsione delle “questioni di programmi”, l’ipocrita puntata del dito…) è servito solo a cementare l’ovvio: l’ex presidente Donald Trump, ora, di nuovo, avrebbe vinto.
La stampa ed i media, a dispetto dei sondaggisti che hanno ripetutamente e costantemente monitorato le preoccupazioni degli americani (vecchi e nuovi) come economiche, “mostratemi i soldi”, “riportatemi alle origini” – questioni razionali – hanno alimentato i loro lettori/spettatori con speculazioni per il contrario. I giganti dei media come la CNN (e in Canada, il suo accolito ideologico, la CBCNN) fanno emergere l’“importanza” di questioni che, nella maggior parte dei casi, riflettono circostanze immutabili che influenzano esperienze molto personali o individuali, e perciò d’importanza limitata.
Ad esempio, gli exit poll della notte delle elezioni, condotti alla chiusura dei seggi negli Stati dell’Est (orario effettivo per la zona atlantica degli Usa) e con l’obiettivo di misurare le questioni che hanno influenzato la scelta degli elettori, hanno rilevato che questioni economiche come l’occupazione, la sicurezza del lavoro, la sicurezza pubblica, le politiche industriali, le strategie orientate all’occupazione e le competenze manageriali hanno avuto il ruolo più importante.
Questi non erano i fattori determinanti che CNN, New York Times (NYT) e Washington Post (WP) hanno fornito ai loro follower. Essi invece puntavano sull’aborto, i diritti riproduttivi, le politiche di pigmentazione, l’“emarginazione sociale”, le distinzioni sessuali biologiche, che secondo questi media motivavano il pubblico.
Invece, questi exit poll suggerivano che l’aborto figurava nel 13%-15% delle decisioni di voto degli intervistati. Si poteva percepire l’aria che veniva rilasciata dal pallone. Le donne costituiscono circa il 50% della popolazione.
È interessante notare che nelle ultime due settimane di campagna, NYT e WP hanno iniziato a “coprire le loro scommesse”. Il WP ha rifiutato di sostenere qualsiasi candidato presidenziale. In Canada, la leadership politica del governo federale è apparsa molto meno riluttante.
Tutti quei “ragazzi e ragazze intelligenti”, la cui esperienza informa la nostra leadership collettiva rispetto a qualsiasi cosa abbia a che fare con le relazioni Canada-USA, potrebbero dover “rispolverare” il loro curriculum vitae.