Il Commento

Un ponte fra Palazzo
San Gervasio e Toronto

TORONTO – Dal punto di vista personale e professionale, è sempre un piacere ricevere e ospitare delegazioni in visita composte principalmente da sindaci e consiglieri comunali e dalla loro diaspora residente nella nostra provincia e oltre. Per noi è una finestra sul mondo di una dinamica abitativa vicina al nostro cuore, alla nostra mente e alle potenzialità economiche che purtroppo troppo spesso ignoriamo.

I nostri lettori possono immaginare la rapidità con cui il Corriere Canadese ha detto “certo!”, quando Donato Montesano si è offerto di accompagnare nella nostra sede il sindaco di Palazzo San Gervasio (suo comune di nascita), Luca Festino, il vicesindaco Angela Maria Grieco e l’ex sindaco Mario Romanelli. “L’ intervista” si è trasformata in un dialogo, talvolta filosofico, più spesso pratico e lungimirante. Il Corriere ha iniziato la conversazione con una domanda ovvia: perché la visita in Canada e…

Da sinistra: Danny Montesano di Lido Construction, il sindaco Luca Festino, l’ex sindaco Mario Romanelli, il vicesindaco Angela Maria Grieco e l’Editore del Corriere Canadese, Joe Volpe

Sindaco Festino: Si tratta davvero di fratellanza, amicizia e rigenerazione della nostra più grande risorsa: la migrazione. Siamo stati una regione (la Basilicata) di emigrazione da cui molti di noi sono partiti per mettere alla prova il proprio talento e trovare successo in luoghi remoti come il Canada. Oggi, grazie ai programmi del governo italiano e agli sviluppi politici internazionali nelle aree vicine all’Italia, Palazzo San Gervasio sta rapidamente diventando un centro di accoglienza e integrazione per nuove persone le cui origini potrebbero non essere nemmeno mediterranee, tanto meno europee.

Corriere Canadese: Dovrebbe essere una sorpresa? La città fu un centro abitato, crocevia di strade, per almeno 100 anni prima dell’era cristiana. Cosa è cambiato?

Festino: Adesso, nell’arco temporale della “generazione di quelli che se ne sono andati”, stiamo rivivendo la loro esperienza dello “straniero in arrivo” e ciò che hanno vissuto lontano da casa.

C.C. Suppongo che i successi postbellici dei Palazzesi possano servire da ispirazione e guida per quel processo di integrazione ma anche per il concetto di scoperte imprenditoriali in terra straniera.

Festino: In parte. Potrebbe essere l’ideale che i nostri emigranti e/o le loro famiglie ritornino a Palazzo San Gervasio, ma non sono sicuro che questo fenomeno possa realisticamente realizzarsi – se non altro perché molti, se non tutti, provengono da una cultura di nuclei familiari coesi e di autodeterminazione – sufficienti il cui futuro è legato ai risultati dei sacrifici e degli investimenti fatti fuori dall’Italia. Nella nostra regione non abbiamo la “massa critica” di coloro che si assumono rischi economici come in Canada.

C.C. Eppure la sua cittadina rappresenta una testimonianza delle istituzioni culturali e politiche che continuano a plasmare le società occidentali con le loro icone. Il castello che dominava e continua a dominare la campagna ne è solo un esempio.

Una veduta di Palazzo San Gervasio (foto da www.lavocedimaruggio.it)

Festino: Grazie. I contributi delle scuole d’arte, di archeologia, di storia e di trattatistica politica sono rinomati e ci rendono orgogliosi. Probabilmente non “vendiamo” l’offerta culturale, artistica, architettonica della nostra città con il vigore che la nostra Diaspora e i loro figli meritano.

Giuseppe Bonito, “Giovane donna”

C.C. Forse la regione sminuisce il suo potenziale. Già in epoca romana era famosa per la quantità e la qualità della sua produzione agricola. Grazie alle formazioni geologiche uniche della Basilicata, si esportano ancora oggi quei prodotti e le loro qualità in tutto il mondo. Le vostre innovazioni tecnologiche lo hanno reso possibile.

Festino: Ci piacerebbe che Palazzesi nel Mondo si associassero di più a questa analisi. Abbiamo bisogno di rinnovare costantemente la storia che abbiamo sviluppato nei millenni. La necessità ci ha costretto ad adattarci alle avversità, a creare le circostanze per superare le sfide e a costruire società in cui tecnologia, produzione e cultura in armonia producono circoli virtuosi di crescita. Quegli “emigrati” hanno ancora molto da contribuire a quel ciclo. La nostra speranza è che il nostro contatto vada oltre la nostalgia e che tenda a partnership di ogni tipo. I nuovi arrivati, gli immigranti, lo percepiscono; Penso che “i figli e le figlie” di Palazzo San Gervasio vogliano essere parte attiva di questo processo.

La delegazione è stata ricevuta ieri al municipio di Vaughan dal sindaco Del Duca (nella foto sopra). Domani sarà ospitata dalla Comunità di Palazzo San Gervasio presso la Società Culturale Basilicata.

Nella foto in alto, da sinistra: l’Editore Joe Volpe, il sindaco Luca Festino, il vicesindaco Angela Maria Grieco, l’ex sindaco Mario Romanelli e Danny Montesano di Lido Construction nella redazione del Corriere Canadese

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