Il Commento

Un mondo capovolto
e privo di valori

TORONTO – Non sembra tanto tempo fa che le proteste nei luoghi pubblici contro israeliani ed ebrei sarebbero state inimmaginabili. In Canada, negli Stati Uniti, in Europa, in Italia… Eppure eccoci nel 2023 con marce anti-israeliane ovunque.

A Toronto, alcuni di essi erano costituiti da centinaia di bambini in età di scuola elementare che scandivano “slogan della libertà” pro palestinesi. Le scuole superiori chiudono per consentire ai loro studenti adolescenti di organizzarsi e partecipare a quelle che probabilmente sono tante espressioni di odio per Israele (antisemitismo) quante sono le manifestazioni di sostegno a Gaza. Vorrei sbagliarmi.

Le manifestazioni, composte più recentemente da attivisti studenteschi universitari e canadesi filo-palestinesi, potrebbero essere uno spettacolo insidioso di ciò che stiamo diventando come Paese: un insieme amorfo di “entità” separate, ciascuna resistente all’integrazione con le altre; e ciascuna determinata a piegare gli altri alla propria volontà in nome dei diritti incorporati nella “cultura” prevalente in quel momento. Sembra stranamente simile alla definizione “perversa” del Canada proposta da un ex primo ministro canadese, Joe Clark, alla fine degli anni settanta del secolo scorso.

Il Corriere Canadese, come altri, ha espresso la dovuta indignazione e sgomento per la notizia della strage riportata in occasione dell’attacco del 7 ottobre da parte di un’incursione di Gaza-palestinesi guidati da Hamas contro/in Israele. Ci siamo concentrati sul lutto per i feriti, i torturati, i stuprati e i morti. Secondo fonti israeliane ci sarebbero stati 1.400 morti e 242 ostaggi. È stato un attacco [relativamente] rapido. Come è potuto succedere?

Gaza è letteralmente una striscia di terreno sulla costa mediterranea adiacente a Israele. Con una superficie di circa 365 km quadrati, è pressappoco la metà della superficie metropolitana di Toronto. Un muro precedentemente considerato impenetrabile, e pesantemente sorvegliato, lo separa da Israele: è un’impresa ingegneristica che incombe su un terreno arido che vandali con intenti maliziosi devono attraversare per avere accesso alla “terra del latte e del miele”. Se un invasore temerario tentasse una sortita con intenti dannosi, una “cupola di ferro” dotata della più recente tecnologia che il complesso militare-industriale ha da offrire ovunque, lo annienterebbe prima che la potenziale incursione possa attraversare un confine virtuale.

Tuttavia, i “guerriglieri guidati da Hamas” sono riusciti a sfuggire all’individuazione dell’esercito [probabilmente] meglio addestrato ed equipaggiato al mondo che il denaro può comprare; per poi fuggire con i suoi 242 ostaggi verso la “sicurezza” di una rete/rifugio sotterraneo di dimensioni così prodigiose da poter essere classificata una meraviglia del mondo. Il bilancio annuale nazionale israeliano stanzia tanti miliardi di dollari per le spese militari quanto quello canadese, ma ha appena un quarto della popolazione e copre un Paese il cui territorio supera a malapena il territorio tra le Cascate del Niagara e la città di Kingston in Ontario.

Il Corriere Canadese e la sua redazione credono fermamente nel diritto di Israele ad esistere. Ha difficoltà a capire perché Bibi Netanyahu si rifiuta di far entrare semplici camion carichi di aiuti umanitari nella Gaza occupata, quando prima della guerra erano necessari convogli di 400 camion di questo tipo ogni giorno. Il quarantatré per cento (43%) della popolazione di Gaza sembra avere meno di quattordici anni. Le agenzie umanitarie internazionali affermano che finora almeno 10.000 abitanti di Gaza sono morti a causa della guerra. Le immagini che descrivono la distruzione suggeriscono che Gaza cesserà di esistere come luogo abitabile o che il progetto di ricostruzione potrebbe ammontare a trilioni di dollari.

Non c’è da stupirsi che i “leader” mondiali abbiano esortato Bibi Netanyahu a “raffreddare i suoi atteggiamenti”. La cieca ambizione di Bibi ha portato a cinque elezioni nazionali negli ultimi quattro anni. Lui e la sua famiglia sono stati nel mirino della legge per tangenti e corruzione per così tanto tempo che Bibi ha fatto ricorso alla riforma della Corte Suprema in modo che la Legge non lo dipinga come il truffatore che i suoi nemici sostengono che sia.

In Canada la nostra leadership è in modalità “morbida” in modo da non essere considerata contro nessuno e a favore di nessuno. Non possiamo nemmeno portare i nostri cittadini fuori dall’area. Ma…

La barriera di separazione (foto di Jacob Rask da Alingsås, Svezia – Wikipedia); in alto, la mappa di Israele e Gaza (da Wikipedia)

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