TORONTO – Il rimpasto di governo, secondo alcune fonti liberali di alto livello, è alle porte. Il primo ministro Justin Trudeau dovrebbe rimescolare il suo esecutivo prima del long weekend del 5 agosto. Questo imminente shuffle sarà il primo grande scossone dalle elezioni del 2021. Da allora, Trudeau ha apportato solo piccoli cambiamenti nel suo esecutivo, quando la scorsa estate Filomena Tassi (Hamilton West-Ancaster-Dundas) dal ministero dei Public services and procurement è passata al Federal Economic Development Agency for Southern Ontario di Helena Jaczek (Markham-Stouffville).
La speculazione su un rimpasto del governo è in corso dall’inizio della pausa estiva del 21 giugno. Negli ultimi mesi il governo ha dovuto affrontare diverse controversie, a cominciare dall’interferenza straniera nelle elezioni canadesi, l’inflazione, i tassi di interesse che hanno raggiunto il picco più alto degli ultimi 22 anni e, ultima in ordine di tempo, le critiche alla gestione del ministro della Pubblica Sicurezza Marco Mendicino (Eglinton-Lawrence) del trasferimento del serial killer Paul Bernardo dal carcere di massima sicurezza Millhaven Institution, vicino a Kingston a quello di media sicurezza Macaza Institution in Quebec.
I cambiamenti, nel momento in cui il governo si avvicina alla metà del suo terzo mandato, potrebbero essere tanti. Mendicino, secondo varie fonti liberali che hanno parlato con Radio-Canada a condizione di mantenere l’anonimato – corre il rischio di essere destituito da ministro della Pubblica sicurezza.
Di certo Mendicino, dal caso Bernardo ne esce con le ossa rotte: sia nel caso in cui fosse stato informato dell’imminente trasferimento del killer e stupratore seriale dei primi anni Novanta, sia qualora il suo ufficio pur essendo stato messo al corrente e non abbia ritenuto necessario notificare al ministro la notizia, il danno alla sua immagine è stato fatto. Ai canadesi, il trasferimento di Bernando in un carcere dove le restrizioni sono minori, non è andato affatto giù e Mendicino potrebbe pagare lo scotto della sua “leggerezza”.
Per il resto bisognerà vedere fino a che punto Trudeau abbia intenzione di spingersi nella speranza di tornare a godere dei favori dei canadesi, simpatie che soprattutto in questa ultima legislatura, si affievoliscono ogni giorno di più.
Sebbene i liberali abbiano ottenuto buoni risultati nelle recenti elezioni suppletive, la maggior parte degli ultimi sondaggi di opinione pubblica nazionali suggeriscono che i conservatori di Poilievre sono da cinque a sei punti avanti rispetto ai liberali. Il primo ministro, anche lui personalmente in caduta libera nei sondaggi degli ultimi mesi, sta evidentemente tentando di correre ai ripari con un gioco delle poltrone che potrebbe aiutarlo a riconquistare la fiducia degli elettori, ma è tutto da vedere.
A non temere il rimpasto a questo punto sarebbero pochi ministri: tra i promossi potrebbero figurare il ministro della Giustizia e procuratore generale del Canada David Lametti, quello dell’innovazione, della scienza e dell’industria François-Philippe Champagne e sicuramente il ministro delle Finanze Chrystia Freeland. Tutti gli altri corrono il pericolo di incassare una sonora bocciatura.