TORONTO – Altri cinque anziani che vanno ad allungare l’elenco dei 43 già morti. È un campo di battaglia la Tendercare Living Centre: qui, ogni giorno qualche residente soccombe al Covid-19. Qui, come in altre 192 case di cura dell’Ontario dove la seconda ondata del virus, ancor più della prima, sta facendo una strage di vite umane.
I numeri, del resto, fotografano nella sua interezza una situazione drammatica: al momento sono 1.188 gli anziani positivi al Covid-19 – 43 in più del giorno prima – mentre con gli ultimi 33 nell’arco di ventiquattrore, i decessi si attestano a quota 2.721. Per quel che concerne lo staff sono 1.057 quelli risultati positivi al virus.
Un contesto spaventoso che fa stringere il cuore ai familiari degli anziani che risiedono in queste strutture. Sono smarriti, ansiosi, preoccupati di dover ricevere la ferale notizia, i figli e i nipoti delle persone che hanno dovuto fare della Tendercare Living Centre la propria casa.
Martedì, armati di cartelli, hanno manifestato ancora una volta davanti alla struttura per chiedere un aumento del personale che si prende cura dei residenti. Non ci sono infermieri e psw a sufficienza per poter aiutare a mangiare, per curare l’igiene e per assicurare un minimo di dignità ai residenti.
“E se si trattasse di una persona a voi cara?”, “Ogni vita ha valore”, “Doug Ford ha abbandonato gli anziani”: sono solo alcune delle frasi che campeggiavano sui cartelli. Ma la ministra del Long Term Care Merrilee Fullerton – della quale la leader dell’NDP Horwath ha chiesto la rimozione dall’incarico – non si scompone e difende a spada tratta l’operato del suo governo nella gestione della pandemia.
«Ogni misura e ogni strumento è stato preso in considerazione nel tentativo di proteggere i più vulnerabili da un terribile virus che ha ucciso 2.721 residenti nelle case di cura a lunga degenza – ha affermato la Fullerton – la natura di questo virus e i test che stiamo facendo più volte alla settimana ci hanno davvero aiutato a garantire che i contagi non giungessero nelle case, ma basta un solo contagio… Ecco perché è così incredibilmente importante che tutti facciano la loro parte nella comunità e seguano le linee guida di salute pubblica».
La ministra del Long Term Care ha tentato di giustificare anche la mancanza di dialogo e scambio di notizie con i familiari sulla salute degli anziani da parte dello sta. delle case di cura: «Il personale si è concentrato sui residenti e la comunicazione ne ha sofferto», ha detto aggiungendo che “il suo governo ha richiesto che tutte le case abbiano un piano di comunicazione in caso di un’epidemia”, ma ha riconosciuto che “i membri della famiglia non ricevono sempre le informazioni che meritano”.
Nonostante i fatti non le diano ragione, la Fullerton, durante una intervista concessa a Cp24 ha ribadito che “non siamo nella stessa situazione della prima ondata” dal momento che “gli ufficiali sanitari ora sono molto più consci del pericolo rappresentato dai positivi asintomatici”.
Intanto le parole lasciano il posto ai fatti e le critiche sulla gestione della pandemia nelle long term care home da parte del governo piovono a bizzeffe. Al coro di protesta ieri si è unito il leader liberale Steven Del Duca secondo cui è “assolutamente inaccettabile e inconcepibile che a nove o dieci mesi dall’inizio di questa pandemia stiamo ancora cercando risposte su come controllare la diffusione del Covid-19 nelle case di cura a lunga degenza”.