Canada

Tassi d’interesse,
la nuova stangata

TORONTO – Nuova salatissima stangata in arrivo sul fronte dei tassi d’interesse. Domani infatti Bank of Canada dovrebbe annunciare un nuovo rialzo dello 0,25 per cento del tasso di sconto, il secondo consecutivo dopo la pausa primaverile: qui il condizionale è d’obbligo, anche se tutte le previsioni vanno in questa direzione.

Negli ultimi giorni i sei principali istituti bancari canadesi hanno previsto un nuovo ritocco verso l’alto del costo del denaro, che porterebbe i tassi d’interesse al 5 per cento. Molto improbabile quindi che il governatore della Banca Centrale canadese Tiff Macklem decida di attuare di nuovo la strategia della prudenza: Bank of Canada infatti vuole continuare la sua politica aggressiva contro l’ondata inflazionistica che ha investito il Canada nei primi mesi del 2022 e che ancora non è tornata sotto controllo. Certo, con il dato di giugno sull’inflazione al 3,4 per cento siamo lontanissimi dal picco registrato nell’agosto del 2022, quando il costo della vita aveva toccato quota 8,1 per cento. Tuttavia l’obiettivo dichiarato da Macklem è quello di arrivare all’inflazione al 2 per cento.

Lo strumento in mano alla Banca Centrale per favorire l’abbassamento del costo della vita è quello dei tassi d’interesse. Tuttavia per le famiglie canadesi questa strategia si può rivelare come un’arma a doppio taglio. Con l’aumento dei tassi, infatti, crescono le quote mensile dei mutui a tasso variabile, così come tutti i pagamenti dei prestiti creditizi – come le linee di credito – con la conseguenza immediata del calo del potere d’acquisto.

Quello che stiamo vivendo, in ogni caso, non è un fenomeno solamente canadese. Tutti i Paesi occidentali nell’ultimo anno hanno dovuto fare i conti con la crescita dell’inflazione, alimentata dalla instabilità internazionale provocata dalla guerra in Ucraina e dall’aumento su base annua di tutti i prodotti energetici. La strategia adottata dalla Fed negli Stati Uniti, da Bankitalia nel Belpaese e dalla BCE in Europa è proprio quella dell’aumento dei tassi d’interesse.

Tra gli indicatori che influenzano le decisioni, Banca of Canada ha monitorato attentamente il mercato del lavoro. La Banca Centrale ha avvertito che il ritmo di crescita annuale dei salari, che si è aggirato tra il 4 e il 5 per cento, non è compatibile con il suo obiettivo di inflazione del due per cento senza aumenti di produttività.

L’ultimo rapporto di Statistics Canada sull’occupazione dipinge un quadro misto. L’economia ha aggiunto 60.000 posti di lavoro il mese scorso, un dato questo che indica una crescente mobilità dei lavoratori. Nel frattempo, il tasso di disoccupazione è salito al 5,4 per cento poiché più persone hanno cercato lavoro e la popolazione del Paese ha continuato a crescere.

Anche la crescita dei salari ha rallentato significativamente al 4,2 per cento il mese scorso. Questo è confrontato con un guadagno anno su anno del 5,1 per cento a maggio.

Infine un recente sondaggio sulle prospettive economiche della banca centrale ha anche affermato che per la prima volta dall’inizio della pandemia, le imprese si aspettano una crescita salariale più lenta nel prossimo anno.

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