Canada

La grande fuga del voto
giovanile spaventa Trudeau
e allarma i liberali

TORONTO – Se non è una grande fuga poco ci manca: gli elettori più giovani stanno abbandonando in massa il Partito Liberale. L’ulteriore conferma arriva da un’istantanea scattata ieri da un sondaggio della Nanos Research, nel quale si mette in luce come la fascia dell’elettorato più giovane – dai 18 ai 29 anni – non sembra più intenzionata a votare per Justin Trudeau e si stia guardando attorno per vagliare le altre proposte politiche in vista delle elezioni del 2025. Stando allo studio demoscopico di ieri, che ricalca in larga parte il sondaggio di Abacus Data di qualche giorno fa, ma con valori ancora più preoccupanti per il primo ministro – in questo momento solamente il 15,97 per cento dei giovani elettori voterebbe per i liberali.

In questa fascia elettorale a contendersi il primato sarebbero il Partito Conservatore con il 39,21 per cento delle intenzioni di voto e l’Ndp con il 30,92.

E se a livello generale il gap tra il partito di Pierre Poilievre e quello di Trudeau si aggira attorno al 10-12 per cento, nell’elettorato più giovane la forbice si allarga a dismisura: la distanza è del 23 per cento. Questo dato, ovviamente, è fonte di forte preoccupazione per il primo ministro, che proprio sui giovani elettori ha costruito il suo successo alle urne a partire dalle consultazioni del 2015. Senza il sostegno di questa fascia elettorale, le possibilità che Trudeau possa restare al potere si riducono davvero al lumicino.

E sulle difficoltà evidenti che stanno pesando sul governo liberale punta a capitalizzare il leader dell’Ndp Jagmeet Singh. Entro poche settimane i liberali e i neodemocratici dovranno sedersi attorno al tavolo e avviare una trattativa sui provvedimenti chiave che saranno inclusi nella prossima manovra di bilancio, sulla base dell’accordo di legislatura siglato dai leader dei due partiti nella primavera del 2022.

Singh, forte dei sondaggi che danno i liberali in caduta libera, è pronto ad alzare l’asticella, pretendendo di includere nel budget 2024 numerose misure presenti nel sul programma. A quel punto Trudeau si troverebbe davanti a un bivio: assecondare le richieste del leader ndippino o bocciarle, con il rischio concreto di una crisi di governo e di ritorno anticipato alle urne.
Difficile che il primo ministro decida per le elezioni anticipate: secondo tutti i sondaggi, per i liberali sarebbe un vero e proprio bagno di sangue, con l’ipotesi concreta di passare da una posizione di maggioranza relativa alla House of Commons a quella di terza forza politica in parlamento. Per Singh questa rappresenta forse l’ultima ghiotta occasione per portare a casa alcune riforme che altrimenti resterebbero solo vaghe proposte anche nella prossima legislatura.

In alto, Justin Trudeau (foto ufficio PMO)

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