Spettacoli

Addio a Raffaella,
la più amata dagli Italiani

La più amata dagli Italiani. Raffaella Carrà, regina della televisione del Belpaese, se n’è andata ieri, 5 luglio, all’età di 78 anni, dopo aver combattuto contro un malattia che aveva preferito tenere segreta. A dare la triste notizia è stato il compagno di una vita, Sergio Japino, con poche, commoventi parole: “Ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore”.

Showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, radiofonica e autrice televisiva italiana: “Raffa” – all’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pellon, classe ’43, orgogliosamente romagnola – è stata tutto nel corso della sua lunghissima e strepitosa carriera iniziata quando aveva appena 8 anni: nel 1952, infatti, era già davanti alla cinepresa come attrice nel film “Tormento del passato” di Mario Bonnard e da allora non si è più fermata.

Al debutto cinematografico seguì quello televisivo in “Tempo di danza” (1961) al fianco di Lelio Luttazzi e, dopo varie partecipazione a trasmissioni anche radiofoniche, nel 1969 con lo spettacolo “Io, Agata e Tu” (con Nino Taranto e Nino Ferrer) lanciò un nuovo stile di showgirl, scattante e moderna, destinato a ispirare nei decenni successivi tantissime soubrette televisive come Heather Parisi e Lorella Cuccarini.

Nel 1970 fu al fianco di Corrado in “Canzonissima” dove diede scandalo mostrando l’ombelico nella sigla d’apertura “Ma che musica maestro!”, una canzone che raggiunse le vette delle classifiche e che la consacrò come la nuova stella dello spettacolo italiano: attrice, soubrette, conduttrice, ballerina e pure cantante di successo con brani destinati a diventare eterni tormentoni (“Tuca tuca”, “Rumore”, “Tanti auguri”, “A far l’amore comincia tu”, “Ballo ballo”) che la lanciarono anche come bomba-sexy, sia per il suo sensuale modo di ballare sia per i testi osé (per l’epoca…) tanto da spingere il quotidiano britannico The Guardian, nell’autunno del 2020, a incoronarla sex symbol europeo, definendola «l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso».

Del resto Raffaella, oltre che sexy, era bellissima e, inevitabilmente, desiderata anche dai “big” dello spettacolo: fra le relazioni che le furono attribuite quando la sua carriera stava prendendo il volo, spicca quella con Frank Sinatra con il quale recitò nel film “Il colonnello Von Ryan” (1965) di Mark Robson. Una storia mai confermata da Raffaella, riservatissima sulla propria vita privata. Una donna bella e sexy, sì: ma d’altri tempi.

Negli anni ’80 arrivò la consacrazione definitiva della Carrà come regina incostrastata della televisione italiana, con programmi di enorme successo come “Pronto, Raffaella”, “Domenica in”, “Fantastico”. Poi, dopo una fortunata parentesi a Madrid (con il programma “Hola Raffaella” per la televisione spagnola), rientrò in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in “Carramba! Che sorpresa” e continuando a raccogliere consensi fino a conquistare il palco del Festival di Sanremo, che condusse nel 2001. Sempre pronta a nuove esperienze artistiche, lanciò nuove, originali “format” televisivi e nel 2013 si rimise in gioco come coach del talent show “The Voice of Italy”.

Impossibile elencare tutti gli altri programmi con i quali fu assoluta protagonista del piccolo schermo in Italia e tutti i suoi successi come artista a 360°. Basti ricordare che, nel corso della sua carriera, Raffaella Carrà ha venduto più di 60 milioni di dischi, ottenendo oltre 20 dischi di platino e d’oro.

Nonostante un “curriculum” artistico che forse, in Italia, nessuno ha, Raffaella è sempre rimasta semplice e modesta. Fino alla fine. Nelle sue ultime disposizioni, ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. Nient’altro. Del resto di nient’altro ha bisogno, Raffaella. Perché resterà per sempre nei nostri cuori.

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