TORONTO – Poiché Donald Trump, che fra poco presterà giuramento come Presidente degli Stati Uniti, non è abituato a chiedere scusa, che ne abbia bisogno o meno, lo farò per me stesso e per tutti gli altri. Per coloro che hanno letto il nostro articolo di opinione sulle ramificazioni commerciali implicite nelle riflessioni di Trump (che potete trovare qui), il Corriere Canadese e io ci sbagliavamo.
Il Presidente non sta minacciando una tariffa del 10% sulle esportazioni canadesi negli Stati Uniti; piuttosto, l’aumento della tariffa sarà del 25% a partire dal primo giorno della sua presidenza, a partire dal 20-21 gennaio 2025. Lo farà tramite Ordine Esecutivo immediatamente dopo l’insediamento. Dovremmo aspettarci poche resistenze da parte del Congresso, del Senato e delle aziende e delle Istituzioni rappresentanti gli interessi dei consumatori americani: tutti hanno da guadagnarci.
Inoltre, come illustra il grafico in questa pagina, è pienamente nell’esercizio dei suoi (Trump) diritti costituzionali per farlo. Lasciatemi asciugare le lacrime: non è giusto! Lasciatemi concentrare per un momento sulle questioni concrete che ho sollevato ieri: i soldi.
Statistics Canada stima il valore delle esportazioni canadesi verso gli USA (nel 2023) a 440 miliardi di dollari canadesi e il commercio bilaterale totale a circa 790 miliardi di dollari all’anno. Quest’ultimo totale rappresenta circa il 30% del PIL canadese.
Si può solo ipotizzare quale sarà l’impatto sull’economia canadese. I commentatori dei media mainstream amano la parola “catastrofico”.
Comunque, gli esportatori canadesi dovranno escogitare 110 miliardi di dollari di dazi per inviare i loro prodotti oltre confine, ovvero circa il 5% del PIL canadese. Inoltre, supponendo che ogni milione di dollari sostenga quindici posti di lavoro con circa 70.000 dollari di salari e benefici, la perdita di 110 miliardi di dollari potrebbe tradursi in una perdita commisurata di 1.1650.000 posti di lavoro per il Canada.
A proposito, Trump sembrerebbe anche ricordarci che il Canada è ancora ben al di sotto del 2% del PIL che ci siamo impegnati a spendere annualmente per questioni di difesa. Siamo stati negligenti con un deficit di 19,7 miliardi di dollari all’anno. Inoltre, il presidente Trump sembra essere ben informato sulle nostre “travagliate” politiche interne, tra cui, in particolare, l’apparente necessità di “deportare” oltre due milioni di residenti entrati illegalmente. Dove finiranno?
Non negli Stati Uniti, dice. Finché il Canada non risolverà questi problemi, non possiamo aspettarci alcun sollievo.
Il grafico in alto è tratto da “Five Facts on Presidential Executive Orders – The Big Insight” (sito: www.realclearpolicy.com); la versione in Italiano è a cura della redazione del Corriere Canadese