Il Commento

Diversità, equità,
inclusione (DREI) e suicidio

TORONTO – La scorsa settimana, un preside del Toronto District School Board (TDSB), età 60 anni, in pensione si è suicidato. Richard Bilkszto aveva lavorato a contratto dopo il pensionamento. Gli era stato [ordinato] dal datore di lavoro di partecipare ai seminari DREI come parte della sua condizione di lavoro. Ha obbedito.

Le cose non sono andate bene. Il fornitore del programma, il KOJO Institute, attraverso il suo principale agente fondatore, lo avrebbe rimproverato, per non dire “bullizzato” verbalmente, per essere un esempio di cultura della supremazia bianca. Bilkszto si è lamentato come permesso dalle procedure; ha chiesto un risarcimento al WISB, che a sua volta ha acconsentito alla sua richiesta di intentare una causa contro il TDSB. Le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia e ai suoi amici.

Ricordate quando le imprese commerciali si occupavano di fornire un prodotto o un servizio misurabile in quantità e qualità? O quando il merito faceva parte degli input che il vostro acquirente/datore di lavoro prendeva in considerazione prima di ogni decisione?

Ora si tratta quasi esclusivamente di “azione affermativa”, “dito accusatorio e moralismo sul passato”. Oggi per farne parte, molte istituzioni commissionano “seminari di riqualificazione” affinché il richiedente venga “sensibilizzato” alle nuove realtà sociali nella speranza di migliorare il rendimento del suo servizio. I fondi sono messi a disposizione da tutti i livelli di governo per incoraggiare tale prassi.

È una fiorente attività per “gli esperti” che promuovono la necessità di “formazione” DREI. Non c’è diploma per chi partecipa. Coloro che ne emergono non possono indicare una nuova serie di competenze adattabili, nel modo per esempio come possono farlo i partecipanti a corsi sportivi, seminari per scrittori, strategie di investimento/consulenti finanziari, seminari legali specifici, lezioni di musica/danza, falegnameria [… l’elenco è lungo…].

Il Corriere ha un passato con Kiki OjoThompson (nella foto in alto, da Twitter – @KojoInstitute), la fondatrice del KOJO Institute. Nel 2021, lei fece un’osservazione non troppo delicata riguardo la comunità italiana. Non le garbava molto come reagì alla vittoria della nazionale italiana di calcio nel campionato europeo rispetto alla vittoria della medaglia d’oro nei giochi olimpici per lo sprint nei 100 metri. Quando abbiamo fatto capire che riguardo lo sport e gli italiani la sua analisi era sprovvista di fondamenta, lei ha immediatamente bloccato il nostro accesso ai suoi social media.

Ha una lunga lista di clienti. Quattro di essi sono provveditorati scolastici cattolici (Halton, Dufferin-Peel, Toronto e York). Altri tre sono consigli scolastici distrettuali pubblici. Tutti e tre (Peel, Toronto e York) hanno vissuto eventi spiacevoli negli ultimi anni.

Vi ricordate quando la scuola riguardava lo sviluppo cognitivo? TDSB, probabilmente il consiglio più woke al mondo, ha la non invidiabile distinzione di avere scuole che assomigliano a zone di guerra, centri di distribuzione della droga, club di combattimento e centri di abusi sessuali per guadagno monetario. Il direttore del TCDSB era un sovrintendente esecutivo lì.

Ecco il principale “punto di forza” offerto da KOJO a organizzazioni credulone o imprese educative prive di una bussola morale che riconosca la dignità individuale, il rispetto e un codice morale. L’estratto è copiato dal loro sito web (enfasi aggiunta):

“La sfida principale è stata che le organizzazioni e le istituzioni non hanno adattato il loro approccio al lavoro sull’equità per affrontare le sproporzioni e le disparità specifiche per i gruppi alla ricerca di equità nel loro personale e nella base dei clienti. Invece, hanno perseguito i quadri che sono popolari tra le altre organizzazioni nel loro settore, o hanno perseguito i contesti che suonano bene e positivi piuttosto che approcci che affrontano i problemi di iniquità alla radice.

Senza quadri che nominino e interrompano le strutture di potere che hanno un impatto sui gruppi in cerca di equità, in particolare contro il razzismo, il razzismo contro i neri, l’anticolonialismo e l’oppressione, questo lavoro non solo è in gran parte inefficace, ma produce affermazioni di discriminazione inversa da parte dei membri del gruppo dominante, esercita pressioni sul gruppo in cerca di equità per difendere il motivo per cui vengono compiuti sforzi specifici a loro vantaggio e solleva interrogativi sul valore dell’investimento nel lavoro di equità”. (lo volete capire o no?).

Apparentemente Bilkszto si è opposto a essere descritto così, ma Kike ha continuato. Uno si dovrebbe chiedere: ma da quali altezze olimpiche sarà discesa? Bilkszto ci ha rimesso la vita.

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