Ontario

Scuole ancora chiuse,
dito puntato
su Lecce e i provveditorati

TORONTO – Ieri, le scuole elementari di Quebec City e di altre aree della provincia francofona hanno riaperto. In British Columbia e in Alberta i rispettivi governi provinciali, nonostante le pressioni che arrivavano dall’esterno, hanno deciso di continuare l’insegnamento in classe durante tutta la terza ondata della pandemia di Covid-19.

In Italia, proprio ieri, con i nuovi cambiamenti nella mappa a colori del Paese, il 90 per cento degli studenti ha lasciato la didattica a distanza ed è tornato a scuola. In Francia, dove le scuole elementari sono rimaste aperte anche durante il duro lockdown imposto dal presidente Emmanuele Macron, gli istituti superiori hanno iniziato di nuovo con l’insegnamento in classe.

Diversi Paesi, diverse giurisdizioni, tutte alle prese con lo stesso drammatico problema: come garantire la sicurezza degli studenti durante la pandemia e a come, allo stesso tempo, proteggere l’aspetto didattico che, è ovvio, non viene completamente garantito con la didattica a distanza.

In Ontario il governo provinciale ha scelto invece di percorrere un’altra via anche durante questa terza ondata. Scuole chiuse su scala provinciale, senza alcuna distinzione del quadro epidemiologico che è differente tra le varie aree dell’Ontario, insegnamento online per tutti gli studenti. Ufficialmente, come ha ribadito in più di un’occasione il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce, si tratta di un provvedimento provvisorio, che potrebbe cambiare se la curva del contagio dovesse finalmente rallentare e iniziare una significativa flessione.

Per ora sappiamo solo che l’ultimo giro di vite del governo guidato da Doug Ford, quello che impone l’obbligo di rimanere a casa e non uscire se non per motivi ritenuti essenziale, resterà in vigore fino al 20 maggio. Di pari passo è logico aspettarsi che anche le scuole resteranno chiuse fino a quella data. Poi, ufficialmente, mancherà poco più di un mese alla fine dell’anno scolastico: sarà più facile per tutti – partendo dal ministro dell’Istruzione per arrivare ai singoli provveditorati – prolungare sino a fine giugno la didattica a distanza.

Insomma, se ne riparlerà a settembre, che tradotto in soldoni vuol dire due anni di insegnamento quasi completamente persi dagli studenti dell’Ontario. La responsabilità, ovviamente, è condivisa tra lo stesso Lecce e i vari school board, incapaci dopo un anno e mezzo di pandemia ad attivare protocolli di sicurezza, linee guida e misure efficaci per contrastare il contagio nelle scuole.

Non che questa fosse la priorità, a quanto pare: basta vedere cosa è successo nel Toronto Catholic District School Board o nel provveditorato cattolico di Halton, dove quasi tutti i meeting sono stati usati per discutere di ben altro, dai diritti della comunità LGBTQ2 alle bandiere del Pride. Che, detto per inciso, sono temi importanti, però forse nel bel mezzo di una pandemia dovrebbero passare in secondo piano.

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