Ontario

Scuola, l’OECTA chiede
mandato per sciopero

TORONTO – È sul piede di guerra l’Ontario English Catholic Teachers’ Association (OECTA). Di un accordo con il governo dell’Ontario per il rinnovo del contratto non c’è al momento neppure l’ombra. La distanza, tra le proposte della provincia e il sindacato che rappresenta gli insegnanti delle scuole cattoliche, è grande e il presidente René Jansen in de Wal ha annunciato che il 18 e il 19 ottobre i membri dell’OECTA voteranno per chiedere il mandato di sciopero.
Uno sciopero che creerebbe non pochi disagi ai genitori degli studenti e che rallenterebbe il programma di studio.

Ma, sembra che la direzione che l’Oecta intende prendere è quella della serrata. Da una email del sindacato ottenuta dal Corriere risulta chiaro che gli insegnanti sono invitati caldamente a dire sì allo sciopero. “Siamo giunti a un momento critico nel processo di contrattazione. Gli insegnanti cattolici hanno negoziato con i rappresentanti del governo dell’Ontario e dei consigli scolastici cattolici per più di un anno con l’obiettivo di giungere a un accordo equo che supporti tutti gli studenti, gli insegnanti e le famiglie – si legge nella email firmata dal presidente René Jansen in de Wal – tuttavia, il governo conservatore di Ford non è riuscito a dimostrare un reale interesse a impegnarsi in discussioni significative sulle questioni importanti che l’istruzione finanziata con fondi pubblici deve affrontare in Ontario”.

Nel frattempo ieri il sindacato, che rappresenta 45.000 docenti, ha organizzato una manifestazione alla Venetian Banquet Hall di Concord.

L’OECTA confuta anche la volontà del governo di negoziare. “Il governo racconta pubblicamente la sua versione ma la realtà è molto diversa. In pubblico, il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce ha affermato che il governo è disponibile ogni giorno a negoziare – continua René Jansen a de Wal – nostante le nostre ripetute offerte e richieste di ulteriori trattative, in realtà, al nostro sindacato sono stati concessi solo un paio di giorni al mese per incontrarsi: 30 incontri in oltre 440 giorni di contrattazione”.

L’accusa mossa al governo dagli insegnanti è in primo luogo quella di non voler negoziare e, quando succede, di farlo senza la precisa volontà di trovare un accordo. “Sono trascorsi 15 mesi di trattative e le soluzioni da noi proposte per sbloccare il negoziato sono state respinte a priori, spesso senza spiegazioni o suggerimenti alternativi”, si legge nell’email.

Non c’è altra scelta, secondo il sindacato, lo sciopero sembra essere l’unica opzione per costringere il governo a negoziare in modo serio. “Le azioni parlano in modo più forte delle parole e nessuna di quelle intraprese dal governo fino ad oggi suggerisce che sono seriamente decisi ad impegnarsi a giungere a un contratto equo – conclude René Jansen in de Wal – per continuare a fare progressi al tavolo dei negoziati, è diventato necessario votare a favore del mandato in modo da dimostrare la nostra solidarietà e determinazione. Chiederemo agli insegnanti cattolici di restare uniti, pronti a fare tutto ciò che è necessario per proteggere il sistema dell’istruzione dell’Ontario finanziato con fondi pubblici, e per supportare gli studenti”.

Il messaggio dell’OECTA ai suoi membri è chiaro e forte. Intanto i negoziati proseguono nella speranza che, come per magia, l’accordo giunga in tempi brevi.

Nella foto in alto, tratta dal suo profilo Facebook, il presidente dell’OECTA René Jansen in de Wal

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