TORONTO – In Italia può capitare che, dai lavori di scavo per la sostituzione di una fognatura, emerga un’inaspettata scoperta archeologica che ha dello straordinario.
È proprio quello che è successo a Brescia, in Lombardia, lo scorso 12 gennaio, quando in Via Milano sono stati portati alla luce due cippi miliari, una colonna imperiale e un piccolo altare di età romana databili tra il III e il IV secolo dopo Cristo.
La scoperta ha immediatamente destato l’attenzione degli archeologi capitanati da Francesco Tiboni, i quali ipotizzano che i cippi (rispettivamente della lunghezza di 1,60 e 1,80 m) e la colonna (della lunghezza di 2,50 m) servissero a segnalare la distanza che li separava dal foro dell’antica Brixia, nome con cui era all’epoca conosciuta la moderna Brescia.
Il numero due inscritto sui reperti, infatti, indicherebbe la distanza di due miglia e lascia ipotizzare che i cippi svolgessero una funzione simile all’odierna segnaletica stradale informando i viandanti sulla distanza dal foro, il centro economico e sociale della vita urbana nell’Antica Roma.
Si pensa che i cippi miliari e la colonna fossero originariamente collocati non troppo distante dal luogo del ritrovamento, visto che esso si trova a una distanza di 2,8 km (che corrispondono approssimativamente alle due miglia segnalate nelle iscrizioni) dal sito dove un tempo sorgeva il foro dell’antica città romana.
I reperti sono attualmente oggetto di ulteriori studi da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Brescia e Bergamo, che sta anche valutando un luogo adatto in cui custodirli e valorizzarli.
Daniele Laudadio