Cultura

Trent’anni fa la scomparsa
di Pier Vittorio Tondelli

TORONTO – Il 16 dicembre 1991 moriva a Correggio Pier Vittorio Tondelli, stroncato a soli trentasei anni dall’AIDS: ma in quegli anni la malattia era ancora un tabù, per cui ufficialmente si parlò di “polmonite bilaterale”, così come si era mantenuto il silenzio sull’omosessualità dello scrittore.

Nonostante la scomparsa prematura, Tondelli ha fatto in tempo ad imporsi come un vero e proprio autore simbolo dei nostri anni Ottanta, decennio che inaugurò pubblicando nel gennaio 1980 (il mese prima di prendere la laurea) il suo libro d’esordio, “Altri libertini”. Si trattava di un’opera innovativa per la forma (al limite tra la raccolta di racconti e il romanzo), per lo stile (che imitava il parlato, senza risparmiarsi bestemmie e volgarità) e per i contenuti: tanto che il libro fu prima sequestrato e poi processato in direttissima nel 1981 (assolto da tutte le accuse).

Nonostante le polemiche (o con il contributo delle stesse), “Altri libertini” incontrò le lodi della critica e uno straordinario successo di pubblico. Dopo questo inizio esplosivo, la carriera letteraria e giornalistica di Tondelli decolla immediatamente: iniziano le collaborazioni con varie testate tra cui “Il resto del Carlino”, “L’Espresso”, e soprattutto “Linus”, dove avvia il ‘Progetto Under 25’, nel quale invita giovani scrittori a sottoporgli i loro lavori, offrendo ai meritevoli il suo aiuto come editor; i suoi articoli saranno raccolti nel 1989 in “Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta”. Nel frattempo continua a scrivere romanzi (“Pao Pao”, “Rimini” “Camere separate”) oltre ad adattamenti teatrali, filmici, prose di vario genere.

Nei suoi scritti, Tondelli riesce a catturare l’edonismo e la voglia di trasgressione degli anni Ottanta insieme alle loro contraddizioni, con una serie di intuizioni ancora attuali, descrivendo la nuova centralità della provincia e l’avvento della post-modernità. E se il famigerato ‘canone’ e forse anche il pubblico generalista sembrano averlo un po’ messo da parte, Tondelli continua ad essere riscoperto come figura di riferimento per capire il passato recente e, chissà, il futuro prossimo; d’altronde, come scriveva in “Pao Pao”: «Non mi piacciono gli addii, ho imparato a scantonarli; non esiste nulla di definitivo figuriamoci gli addii e i fazzoletti e le strizzate di mano».

Nella foto, Pier Vittorio Tondelli (credit Wikipedia)

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