Il Commento

Scenario parlamentare impossibile da esagerare

TORONTO – Qualunque cosa accada dopo, i professori di comportamento politico in Canada avranno ora materiale drammatico sufficiente per illuminare la più noiosa delle classi. Non c’è bisogno di esagerare per rendere più piccanti gli eventi: il ministro delle Finanze, Chrystia Freeland, la mattina del giorno in cui doveva consegnare un aggiornamento sul bilancio, si è dimesso.

Boom. Proprio così. Bene… Non è del tutto vero. Ha pubblicato una lettera esplicativa sui social media (e ristampata altrove in queste pagina) prendendo le distanze dal Primo Ministro, delineando gravi differenze politiche, approcci alla risoluzione dei problemi (“espedienti”) e contestando la mancanza di gravitas in un momento in cui il paese ha bisogno di una “vera risposta come Team Canada” per affrontare le minacce nazionalistiche del nostro vicino a sud.

“Tu ed io ci siamo trovati in disaccordo sul miglior percorso da seguire per il Canada”, dice al Primo Ministro, inoltre, riconosce di non avere più la sua fiducia. Le dimissioni (dal gabinetto) sono la sua unica opzione.

Anche se ciò potrebbe avere un impatto negativo sui mercati o sulla stabilità [a breve termine] del governo… In passato, alcuni governi hanno legato un voto sul loro aggiornamento economico a un voto di (s)fiducia sulla loro sopravvivenza. Si pensa a quello di Paul Martin. Cosa farà ora l’NDP di oggi? La Camera si fermerà oggi per sei settimane.

Povero primo ministro Trudeau, l’annuncio è arrivato nel bel mezzo di un noioso e lungo annuncio del suo amico e alleato nel gabinetto, il ministro Sean Fraser, che non avrebbe cercato la rielezione per un altro mandato. Il ministro Fraser era stato pubblicizzato come potenziale ministro delle Finanze lo scorso fine settimana. Tutta una cortina fumogena per coprire il vero affare, secondo il nostro collega Francesco Veronesi, a pag 2 nell’edizione di oggi.

In ogni caso, perdere due ministri in un giorno di solito non è di buon auspicio, soprattutto quando si uniscono a una coorte di altri che hanno detto addio. C’è da chiedersi se tutti quei parlamentari nei banchi posteriori stiano scuotendo la testa increduli o tremando per l’attesa di poter essere elevati, anche per un breve periodo.

Nel frattempo, il leader del NDP, con la solita espressione di “coraggio” nella Camera ha affermato che Justin Trudeau deve dimettersi, altrimenti “tutte le opzioni sono in gioco”.

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