Il Commento

Fate silenzio, c’è bisogno
di un adulto nella stanza

TORONTO – Giusto per essere chiari, vengo da una cultura che apprezza i bambini, li vizia ed è spietatamente impietosa nei confronti di chiunque voglia maltrattarli o abusare della loro innocenza. La nostra religione e il nostro sistema legale sono costruiti sull’inclusione, l’educazione e la formazione della loro identità unica. Ci aspettiamo che tutti coloro ai quali affidiamo le loro cure facciano il loro dovere al riguardo.

Quei 215 bambini della scuola residenziale di Kamloops non meritavano di meno. Sì, la scuola ha chiuso, definitivamente nel 1969 – 52 anni fa. Sì, due cose sono indiscutibili: una, sembra esserci un cimitero in loco; due, ex studenti che hanno testimoniato davanti alla Commissione per la verità e la riconciliazione (TRC) e si identificano generalmente come “sopravvissuti” non hanno avuto una esperienza piacevole.

Dalla rivisitazione dei fatti non emerge un quadro carino. Il rapporto “finale” della TRC si avvicina pericolosamente a esagerare con la sua rivisitazione e spesso si presenta come una dichiarazione politica che si scaglia contro chiunque e contro tutti per una deplorevole condizione sociale che nessuno sano di mente suggerirebbe fosse caratteristica dei nostri valori canadesi.

Mi sono ripromesso di leggere l’intero documento – e l’ho fatto. Non è stato un compito facile. Ad esempio, nella sezione intitolata “invito all’azione”, lunga 20 pagine, i 94 “punti di azione” elencati nelle prime 15 pagine sono seguiti da quattro pagine bianche, suggerendo un capitolo che non è ancora chiuso, né lo sarà presto.

Il rapporto stesso ha così tanti riferimenti ripetitivi alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, alle bolle papali, ai colonizzatori, che non si può fare a meno di dedurre che i coloni europei erano/sono gli strumenti di una politica di genocidio da parte delle potenze imperialiste inglese e francese.

Nella misura in cui tali implicazioni possono effettivamente aver avuto qualche elemento di verità, nessuna somma di denaro – ”affitto” – potrà annullare quel danno; i canadesi non aborigeni non si preparano all’imbarco per rimpatriarsi ai loro Paesi d’origine. Poi, i Trattati e i riconoscimenti dei Diritti degli Aborigeni, la Legge Indigena e le Relazioni tra aborigeni e Sua Maestà sono stati, con rispetto, del tutto negativi.

Sia per l’istruzione che per le spese generali, su base pro capite, i fondi stanziati per i popoli indigeni superano costantemente quelli stanziati per i non indigeni nei bilanci federali con i quali ho una certa familiarità personale. Mi rifiuto di biasimarli per la discrepanza.

Ho delle riserve su affermazioni o suggerimenti secondo cui coloro i quali appartengono a un gruppo religioso – i cattolici – siano in qualche modo responsabili delle sofferenze o peggio ancora delle morti dei bambini che hanno frequentato le scuole residenziali dagli anni ’80 dell’Ottocento agli anni ’60 del secolo scorso. Queste erano scuole istituite, autorizzate e finanziate dal governo federale del Canada.

Vorrei vedere i dati che il governo ha in archivio prima di precipitarmi a giudicare chi deve assumersi la colpa. Finora, l’ex Papa Benedetto, l’ex Primo Ministro Harper, i precedenti membri dei Consigli dei Vescovi e i leader delle Chiese protestanti, indirettamente o direttamente coinvolti nell’amministrazione di quelle scuole, si sono tutti scusati, assumendosi delle responsabilità.

Circa 150.000 bambini secondo la TRC hanno frequentato quelle scuole. Sfortunatamente, 4.100 sono morti lì, secondo la stima prudente della TRC.

Come essere umano, mi sento emotivamente e in dovere di esprimere le mie condoglianze a tutti i membri delle famiglie dei sopravvissuti.

Per il bene della nostra cultura, chiedo il rilascio di documenti federali che indichino le cause di quelle morti, prima di chiedere le scuse di chi fosse stato in alcun modo responsabile, anche per associazione.

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