TORONTO – Più della metà del consiglio comunale di Toronto ha firmato una lettera che esorta il premier Doug Ford e il ministro degli Affari Municipali dell’Ontario, Steve Clark, a riconsiderare l’ormai famigerato disegno di legge 39 che conferisce a John Tory “poteri speciali” per accelerare la costruzione di nuovi alloggi: in particolare, il super-sindaco può governare con un terzo dei voti invece della maggioranza. Uno schiaffo alla democrazia, secondo i 15 consiglieri che hanno firmato il documento.
In estrema sintesi, i consiglieri esprimono grande preoccupazione per il fatto ogni decisione al Comune di Toronto possa essere presa senza di loro e senza la possibilità di discutere, democraticamente, i provvedimenti (qui sotto, la lettera: cliccateci sopra per ingrandirla).
Il sindaco John Tory, una volta letta la missiva, ha ribadito quanto aveva già affermato: “Il mio stile di leadership e il mio approccio generale, costantemente dimostrato in otto anni, non cambieranno. Continuerò a lavorare in collaborazione con il consiglio comunale per portare a termine le cose, come abbiamo fatto insieme per due mandati”, ha detto il primo cittadino. Dalla sua parte il vicesindaco Jennifer McKelvie, che non ha firmato la lettera. “Il sindaco è già stato chiaro sul fatto che utilizzerebbe quei poteri solo su questioni di alloggi”, ha affermato.
I poteri del “sindaco forte” si estenderebbero anche a Ottawa, ma il consiglio comunale locale, incluso il sindaco Mark Sutcliffe, la scorsa settimana ha approvato all’unanimità una mozione contro il disegno di legge 39 e ha chiesto alla Provincia di mantenere intatte le regole di maggioranza esistenti.
Ma non sono solo i politici a contestare i “poteri forti” ai sindaci. “L’opinione sempre più comune secondo cui questo non è democratico è molto valida, secondo me, perché toglie il potere agli elettori che non si vedrebbero più rappresentati dai consiglieri eletti nella loro zona” ha detto a CityNews Conrad Winn, professore di Scienze Politiiche alla Carleton University. “Penso che sia un disastro e penso che sia in linea con una graduale tendenza al declino dei principi democratici. L’effetto a breve termine sarebbe quello di rendere i sindaci e, in alcuni casi, altri funzionari che controllano il funzionamento dei consigli, dei dittatori”.
Ieri, però, lo stesso premier Doug Ford è intervenuto per difendere la “sua” legge, prendendo come pretesto le recenti dichiarazioni del sindaco di Mississauga, Bonnie Crombie, che nei giorni scorsi aveva criticato duramente il Bill 39 che, per favorire nuove costruzioni di alloggi, di fatto elimina le tasse (gli oneri di urbanizzazione) che i costruttori devono pagare ai Comuni. “Quel disegno di legge costerà alla Città di Mississauga 885 milioni di dollari in dieci anni: equivale a perdere il 20% del nostro budget”, aveva dichiarato Crombie.
“Crombie dovrebbe smetterla di lamentarsi – ha detto ieri Ford – : non so quale sia il suo problema, visto che noi abbiamo un obiettivo ambizioso. Proprio a Mississauga, per esempio, costruiremo 120.000 case nei prossimi 10 anni. Sono circa 12.000 case ogni anno e ben lontane dall’attuale media annuale della città di 2.100. Crombie dovrebbe smetterla di essere falsa con la gente di Mississauga”.
Lo scontro, insomma, si fa sempre più duro. Del resto, in ballo non c’è solo la democrazia, ma anche – e soprattutto – centinaia di milioni di dollari.
Nella foto in alto: il premier dell’Ontario, Doug Ford, durante una conferenza stampa (foto da Twitter – @fordnation)