Canada

Ford prende tempo
sul passaporto vaccinale

TORONTO – Non se ne parla nemmeno. Avrebbe detto una frase simile il premier dell’Ontario Doug Ford di fronte al programma di certificati vaccinali presentato al suo gabinetto lunedì sera. Ieri, secondo fonti vicine al governo, doveva essere il giorno in cui il green pass sarebbe stato presentato ai residenti della provincia. Improvvisamente, però, è giunto l’altolà di Ford che, non soddisfatto, ha chiesto che vengano apportate modifiche.

E così, ieri, anche il Chief medical officer of health Kieran Moore ha annullato la conferenza stampa “alla luce del lavoro in corso del governo su una bozza del certificato di vaccinazione”.

Da quanto trapelato l’Ontario sta dando una scorsa al sistema di certificazione della vaccinazione introdotto in British Columbia. Tra l’altro i funzionari della provincia più occidentale del Canada hanno suggerito che un approccio simile al loro potrebbe essere utilizzato in Ontario come soluzione temporanea in attesa che in autunno venga introdotto dal governo federale il passaporto vaccinale. In base all’ordinanza della B.C. a partire dal 13 settembre gli individui dovranno aver ricevuto almeno una dose di vaccino Covid-19 per accedere a una serie di strutture non essenziali ed avranno bisogno di due dosi entro il 24 ottobre.

E fonti ben informate hanno detto a CTV nei giorni scorsi che la certificazione vaccinale sarebbe stata richiesta per poter accedere “in luoghi non essenziali come ristornati e cinema”. A questo punto non è chiaro se Ford richiederà effettivamente la prova della vaccinazione a chi vuole andare a mangiare fuori casa o a vedere un film o se lascerà che siano negozi, ristoratori ed aziende a farsi carico di questa rogna. Quel che è certo, comunque, è che il premier della provincia non sprizza gioia da tutti i pori all’idea di imporre ai residenti il green pass: finora non ha fatto mistero infatti sulla “non necessità” di questo lasciapassare poiché i residenti a suo parere possono scaricare “una ricevuta” con le informazioni sui vaccini che hanno ricevuto da un sito web provinciale. Inoltre, ha cercato di tenere lontana questa idea del green pass dicendo di non voler creare una “società divisa”.

Ma il tema è senza dubbio così scottante, che sebbene all’inizio della pandemia abbia tenuto briefing quotidiani, da oltre un mese il premier non affronta più le domande dei media. Molti ufficiali sanitari locali, così come i sindaci di alcune delle più grandi città dell’Ontario ed esperti medici indipendenti, si sono uniti pubblicamente al coro per i passaporti vaccinali, affermando che è necessario “un sistema provinciale chiaro ed efficace per evitare confusione e frenare l’ondata attuale”.

“Penso che il governo debba stabilire le regole. Le aziende hanno già molto da fare, soprattutto i piccoli commercianti. L’ultima cosa che vogliamo è chiudere di nuovo le attività, il governo deve alleggerire l’onere della comunità imprenditoriale e rendere le regole chiare in modo che tutti siano più o meno allo stesso livello – ha detto ieri durante una conferenza stampa la leader dell’NDP Andrea Horwath – non dobbiamo reinventare nulla qui. Passaporti sono già stati creati. Non so perché ancora una volta Doug Ford arrivi in ritardo”.

Horwath ha accusato il governo Ford di “trascinare i piedi” sul sistema dei certificati vaccinali e di permettere che “sia la politica a governare invece della sanità pubblica”.

Il sindaco John Tory ha invece difeso Ford, osservando che ora sembra fare “la cosa giusta”.

Nel frattempo Québec, B.C. e Manitoba hanno già stilato il piano per le proprie versioni di un sistema di passaporto vaccinale.

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