TORONTO – Non mi vergogno di ammettere che l’atletismo degli olimpionici, maschi o femmine, si avvicina a livelli di invidiabile abilità. Dal punto di vista di un singolo concorrente, c’è poco da paragonare ai risultati ottenuti dal corpo umano nell’atletica leggera o alle acrobazie sul pavimento della palestra. Questo viene da un ex allenatore di atletica leggera.
Detto ciò, i risultati ottenuti da atleti ugualmente abili negli sport di squadra mettono alla prova la capacità individuale di lavorare di concerto con compagni di squadra altrettanto motivati per superare obiettivi corrispondenti di un altro “collettivo”. Per questo motivo sono rimasto deluso dal fatto che né la squadra di calcio femminile né quella di basket maschile siano riuscite ad avanzare ulteriormente.
Per certi aspetti, sono molto rigoroso: tendo a tifare per i miei, soprattutto se mostrano un talento fuori dall’ordinario. Quindi sì, mi è dispiaciuto quando i nostri ragazzi canadesi hanno perso contro i francesi. Uno di quei giocatori canadesi era Dillon Brooks (evviva!), un laureato/alunno di un programma di basket che ho avuto il piacere di creare io, quando un piccolo gruppo di professori è stato incaricato di avviare una scuola superiore cattolica (p. Henry Carr) a North Etobicoke, Toronto. Non lo dico per vantarmi: il programma avrebbe funzionato molto meglio se il suo allenatore senior (io) avesse saputo cosa stava facendo… o se Dillon fosse stato nella squadra. Ahimè, i suoi genitori non erano ancora nati.
Per quanto riguarda la nostra squadra di calcio femminile, penso che questa abbia conquistato il cuore di tutti in Canada per la grinta che ha dimostrato nel superare gli imbrogli fuori dal campo. Il CIO ed i suoi omologhi francesi non hanno potuto sfuggire alle critiche emerse riguardo alla loro propensione a favorire i padroni di casa. Mentre gli atleti, nostri e degli altri, hanno dato il massimo nella competizione, gli organizzatori hanno regalato una “performance” pari solo alle acque inquinate e tossiche della Senna.
Ci si chiede cosa riempia lo spazio vuoto tra le orecchie posseduto dagli svitati dell’aristocrazia che dirige il CIO. Quel Comitato opera davvero come se fosse al di sopra e al di là della portata dei semplici esseri umani. Trattano tutti con disprezzo.
Le cerimonie di apertura hanno fatto di tutto per insultare, denigrare e spargere odio sulle credenze dei quasi due miliardi di Cristiani in tutto il mondo e sulla creatività della cultura che hanno generato ovunque. C’è una certa ironia nel fatto che ciò fosse avvenuto nello stesso mese e nello stesso Paese dove, nel 1789, 100.000 cittadini furono sacrificati per realizzare gli ideali dell’Illuminismo, durante il Regno del Terrore, per mano di egoisti fanatici che cercarono di cancellare il vecchio in favore di una nuova “inclusione”: scegliete tra il nostro modo o quello di Madame la Guillotine.
Oggi, da quella che avrebbe dovuto essere una competizione sportiva a una in cui gli atleti erano/sono costretti a dormire in stanze surriscaldate e scarsamente ventilate, a mangiare cibi infestati da vermi, e dove gli organizzatori insistono affinché i nuotatori competano nel fetido fiume Senna, carico di batteri. Il Paese ospitante puzza.
In precedenza, organismi internazionali come il CIO e altre istituzioni sportive erano noti per la loro debolezza di fronte alla corruzione ed al superamento dei costi. Queste Olimpiadi hanno aggiunto un diverso tipo di putrido al mix. Vive la difference.
Nelle immagini in alto, da sinistra: Dillon Brooks della squadra di basket del Canada (foto: Sandro Halank, Wikimedia Commons) ed un momento di Germania-Canada, la partita dei quarti di finale di calcio femminile, persa dalle ragazze canadesi soltanto ai rigori (Twitter X – @CANWNT)