Il Commento

Ottawa: che tristezza, come la politica

TORONTO – Se sei come ogni altro “cittadino preoccupato” che è orgoglioso dell’immagine e della sostanza del nostro Paese e delle sue regioni e territori che lo compongono, non puoi fare a meno di guardare all’ambiente strutturale, alle infrastrutture socio-culturali ed alle attrazioni architettoniche della capitale della Nazione per trovare stimoli… o trovare motivi per depressione.

Oppure si potrebbero seguire gli aggiornamenti quotidiani dei sondaggisti che cercano di decifrare il motivo per cui il partito al governo ha difficoltà. I miei genitori dicevano “dimmi con chi vai e ti dico chi sei”.

Se lo fate, saprete che da oltre un anno, a causa di “amicizie”, “partnership politiche” egoistiche, un “drappo” è sceso sulla città e sulla sua politica.

Il malumore non può essere attribuibile semplicemente alla disposizione popolare verso l’uno o l’altro dei Leader. A questa città manca anche quel “je ne sais quoi” che rende le altre capitali così attraenti. Mi sono spesso chiesto perché i pianificatori del comune permettano (abbiano permesso) la costruzione di torri condominiali e torri per uffici che hanno l’effetto di escludere l’accesso al centro nevralgico della Capitale nazionale e le sue principali attrazioni della zona: gli edifici del Parlamento.

Dopo più di un decennio, sono tornato alle sedi parlamentari per una breve visita. Sfortunatamente per me, Madre Natura deve aver cospirato con quegli urbanisti per garantire che la mia visita fosse memorabile per le sue impressioni tristi e negative.

Eppure, per quasi ventitré anni, ho amato quel posto; ero molto orgoglioso di esaltare le meraviglie della capitale “by the river” ai visitatori, agli amici, agli studenti e ad altre persone che il caso avrebbe potuto portare sul posto. Aspettavo con ansia l’avvistamento degli edifici del Parlamento, mentre mi avvicinavo, da Toronto, lungo l’autostrada 417, a circa 8-10 km di distanza. Oggi si può a malapena “dare una sbirciatina”.

Visivamente e fisicamente, ha assunto la metafora di un bunker chiuso, fortificato ed inaccessibile il cui scopo fondamentale è quello di proteggere “il luogo ed i suoi praticanti” dagli “occhi indiscreti” del pubblico a cui è destinato. Che peccato. Il meglio che si può dire oggi è che sembra ancora un cantiere dove i lavori sono ancora in corso. Peggio, rimarrà così per ancora una decina d’anni.

Nelle foto sotto: il Confederation Building, sede degli Uffici per i Parlamentari; il bunker che si deve attraversare per arrivare al Centre Block, sede della Camera dei Comuni e del Senato; lavori in corso per altri dieci anni; il West Block con, in fondo, il Chateau Laurier e, dietro il segnale stradale, gli Uffici del Primo Ministro; Sparks Street Mall (foto: Corriere Canadese)

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