Il Commento

Rex Murphy: I nuovi dogmi
che infettano il nostro
sistema educativo

Il dibattito sul sistema scolastico afflitto dallo scontro fra la filosofia “woke” ed i valori tradizionali religiosi, che il Corriere Canadese sta seguendo da quando sono emersi i primi segnali di tale contrapposizione, approda anche sulla stampa anglofona. Nel National Post è stato pubblicato ieri un articolo firmato da Rex Murphy, noto giornalista ed editoralista – già in Cbc e Globe and the Mail ed attualmente al Nation Post – molto celebre e stimato in Canada, che nel suo commento nota quello che notiamo noi, evidenziandolo con il suo stile particolare e con le sue percezioni ben coltivate. Riportiamo dunque con piacere, con il permesso del National Post, il suo articolo “Rex Murphy: The new dogmas infecting our education system”, tradotto in Italiano per i lettori della nostra comunità.

Si potrebbe pensare che con il declino della centralità della religione e la larghissima adesione al secolarismo nella società occidentale ci dovrebbe essere un uguale declino della dottrina. Possiamo vedere la dottrina come il grande catalogo dei dogmi: quelle “verità” a cui devi credere, quelle che non devi mai contestare e quelle che devono essere trasmesse in maniera inflessibile ai giovani con tutta la forza e l’efficacia dell’indottrinamento.

Le chiese impongono dogmi. Hanno minacciato coloro che hanno rifiutato i loro dogmi con l’eternità del fuoco dell’Inferno. Accetta o sii dannato. I liberi pensatori dell’ultimo secolo e mezzo erano simili quando chiedevano la fine della morsa superstiziosa della religione, l’eliminazione di tutte le dottrine e la fine del dominio del dogma.

Il sogno era la fine della regolazione del pensiero, consentendo la libertà di pensiero e di credenza a tutti gli individui. Continuate a sognare. I dogmi della religione potrebbero non reggere più, ma nel nostro nuovo e splendido XXI secolo sono stati sostituiti dai dogmi della correttezza politica, della giustizia sociale e della “trinità” di diversità, inclusione ed equità.

La minaccia della scomunica papale non tiene più svegli il monarca o il contadino. Ma prova ad offendere le nuove dottrine e i nuovi dogmi – pronuncia una parola offensiva, sfida la politica identitaria, scegli una persona con il colore della pelle “sbagliato” per un ruolo in un film, fatti sorprendere a leggere il Dottor Seuss in pubblico, non applaudire nessuno di coloro che insistono sulle verità della scrittura “woke” – e la punizione segue rapidamente.

Sarai cancellato, licenziato, i tuoi libri verranno rimossi dalle biblioteche. Sarai evitato dai media e dalle università, che ti rimuoveranno dalle lezioni e ti bandiranno dai campus.

Le multinazionali che non dichiarano pubblicamente di avere abbracciato completamente l’inclusività e il credo dell’antirazzismo e ogni sfumatura e piega dell’arcobaleno dell’identità sessuale vengono anatemizzate senza pietà: sono richiesti boicottaggi, editoriali tuonano di denuncia e Hollywood sussulta per l’orrore.

Chiunque sfidi la teoria sulla critica della razza e tutte le sue derivazioni deve prepararsi a una raffica di denunce come “razzista” e “bigotto”.

In che modo questa fitta nebbia di repressione e di insistere sulle verità ha preso tale direzione? Ci vuole una risposta lunga, ma un elemento può essere facilmente individuato: si comincia con le scuole, i consigli scolastici e i dipartimenti governativi dell’istruzione.

L’intera panoplia dei dogmi dell’estrema sinistra sui mali del pensiero e della cultura occidentale è penetrata fino alle ossa del sistema educativo, che ha il compito di preparare i giovani a comprendere e partecipare pienamente alla nostra società.

La vera funzione dell’educazione – che è quella di formare giovani menti, risvegliare quelle menti al loro pieno potenziale e introdurle alle origini e allo sviluppo del nostro modo di vivere attraverso l’istruzione nelle funzioni intellettuali più elementari (le vecchie tre R) – è stata soppiantata da una nuova forma di indottrinamento volto a garantire che tutti la pensino allo stesso modo e nessuno abbia opinioni improprie.

I nostri consigli scolastici sembrano preoccupati per il colonialismo, il razzismo, l’identità sessuale e l’ambientalismo, mentre depriorizzano materie tradizionali come matematica e storia. Tutti i soggetti di base sembrano ora essere trattati come periferici; le inculcazioni degli atteggiamenti hanno soppiantato l’apertura e l’allenamento delle menti.

Pensate solo a pochi mesi fa, quando il Toronto District School Board ha annullato un discorso di una donna Yazidi che era stata catturata e ridotta in schiavitù dall’ISIL, ma è riuscita a scappare e ha vinto nientemeno che un premio Nobel. Hanno cancellato quella giovane eroina perché si pensava che i suoi discorsi potessero eccitare l’islamofobia! Questo è indicativo di quanto sia caduto in basso il nostro sistema educativo.

Tutto questo non è altro che un preludio, che dovrà attendere una seconda colonna, il Bill 67 dell’Ontario, il Racial Equity in the Education System Act, che a mio avviso è un atto legislativo incredibilmente radicale e profondamente trasformante che porterà il sistema scolastico dell’Ontario lontano dalla sua funzione reale, intensificando tutti gli attriti latenti della politica identitaria, subordinando la stessa educazione ai dogmi della teoria sulla critica della razza e intromettendosi nella professionalità dell’insegnamento stesso.

Rex Murphy

Traduzione in Italiano a cura di Marzio Pelù

Immagine di Randa Hamdouni da Pixabay

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