Ontario

Ford tra due fuochi: è scontro
su misure e nuove restrizioni

TORONTO – Impazza la polemica in Ontario sulle misure volute dal governo per arginare l’impennata dei casi. E su Doug Ford è un vero e proprio fuoco incrociato.

Da un lato si moltiplicano le richieste da parte dei rappresentanti del settore ospedaliero, dalle autorità sanitarie e dai virologi che chiedono il giro di vite e l’attuazione di restrizioni più stringenti e vigorose. Dall’altro aumenta la pressione da parte delle organizzazioni dei commercianti, dei ristoratori e delle piccole imprese per un allentamento delle misure, per ridare fiato all’economia dopo un lungo anno caratterizzato da lockdown, chiusure generalizzate e limitazioni.

Da questo punto di vista il premier dell’Ontario ci ha messo anche del suo: difendendosi con la frase che ormai è diventata un mantra da un anno a questa parte – “tutte le decisioni prese dal governo sono frutto di un confronto con le autorità sanitarie locali e con il Chief Medical Officer dell’Ontario, David Williams” – Ford molto spesso ha deciso il giro di vite quando il livello del contagio sembrava sotto controllo e, al contrario, ha dato il via libera alle riaperture quando buona parte degli indicatori consigliavano di fare l’esatto contrario.

Nelle ultime due settimane è successo proprio questo.

A metà marzo il premier ha modificato i protocolli e le linee guida del sistema a colori approvato in Ontario all’inizio del 2021, portando di fatto a un allentamento delle restrizioni previste in zona rossa e in zona grigia. Poi, di fronte alle pressioni da parte delle autorità mediche e sanitarie, Ford ha deciso di tirare il freno a mano. D’altro canto i dati erano e sono tuttora sotto gli occhi di tutti: casi giornalieri abbondantemente sopra quota 3mila, record di ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, il tutto con la minacciosa presenza delle nuove varianti che si sono dimostrate, come previsto dai virologi, più contagiose e aggressive.

Il premier ha dovuto così giocare ancora una volta la carta del lockdown, entrato in vigore sabato scorso, modificandogli il nome – ufficialmente ora si chiama “shutdown” – per una durata di quattro settimane.

Ma non basta. Perché i Chief Medical Officer di Toronto, Ottawa e della Peel Region hanno inviato una lettera a Williams, chiedendo di imporre nuovamente l’obbligo di rimanere a casa per tutti i cittadini dell’Ontario, così come era avvenuto dopo le vacanze di Natale e l’impennata di casi registrata a gennaio.

Secondo Eileen de Villa Lawrence Loh e Dr. Vera Etches le misure attualmente in vigore non sarebbero sufficienti a tagliare o rallentare la curva epidemiologica, anche perché la decisione di tenere aperte le scuole fino a oggi sta contribuendo alla crescita dei contagi.

Ora a Toronto le scuole chiuderanno per due settimane, sulla scia di quanto già deciso nella Peel Region. Dall’altro lato però il premier è nel mirino anche di coloro che chiedono un allentamento delle restrizioni.

Proprio ieri la “Restaurant Hotel and Motel Association” ha pubblicato una lettera aperta inviata a Ford nella quale viene contestata la decisione del governo di chiudere i patio e gli spazi all’aperto dei ristoranti per le prossime quattro settimane.

Secondo l’associazione di categoria, le strutture presenti in Ontario sono in grado di fornire spazi sicuri per permettere ai clienti di consumare i pasti all’interno dei ristoranti, senza la limitazione dell’obbligo del cibo d’asporto.

“Le autorità sanitarie hanno incoraggiato il governo a riaprire i ristoranti anche in zona grigia perché era stata vagliata la sicurezza”, si legge nella lettera, nella quale viene chiesto al premier di tornare sui propri passi. Ma la tempistica della lettera aperta non sembra proprio delle migliori. Proprio ieri, per la prima volta, in Ontario è stata superata la soglia dei 500 ricoverati Covid in terapia intensiva. E oggi Ford sarà costretto ad annunciare nuove restrizioni.

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