Nota diplomatica

Il Mercoledì di Rochester:
oggi “vabbo”…

L’espressione “Vård av Barn” è svedese e significa essenzialmente la “cura dei bambini”. È anche il nome di una politica sociale conosciuta nel paese nordico con l’acronimo “VAB” – per motivi ovvi – che prevede il mantenimento dell’80% dello stipendio per i genitori che devono assentarsi dal lavoro per accudire i loro bambini malati.

Introdotta nel 1974 – quasi cinquant’anni fa – la VAB non è nuova ed è ormai semplicemente un fatto di vita, una parte della normalità quotidiana. In sostanza, è prevista che lo Stato si accolli l’80% della paga – fino a un limite giornaliero di 1.081 Corone svedesi (circa €94) – del genitore che deve restare a casa per occuparsi di un figlio malato. Madri e padri possono beneficiare della VAB fino a 120 giorni all’anno per i bambini sotto i 12 anni, presentando un certificato medico per le assenze superiori alle otto giornate consecutive.

I genitori possono anche assegnare lo “stipendietto” VAB a terzi – familiari, amici, vicini di casa – che fanno le loro veci con i piccoli. La politica si estende pure ai lavoratori autonomi in base ai loro redditi dichiarati ed è gestita attraverso un app multilingue (manca però la versione in italiano…).

Tutto ciò significa che i genitori svedesi – a differenza di tanti genitori nel resto del mondo – non devono arrangiarsi alla disperata per trovare parenti o amici che possano seguire i bambini che si ammalano – o, in alternativa, “bruciare” giorni di riposo accumulati oppure semplicemente tentare di seguire il lavoro da casa in mezzo a conati, febbre, medicine e lenzuola da cambiare.

La politica non è osteggiata nemmeno dai capiufficio o dai datori di lavoro – forse perché ne beneficiano anche loro, o almeno l’hanno fatto quando i figli erano piccoli. L’usanza è talmente radicata che è diventata un verbo in svedese, “att vabba”, cioè restare a casa per curare un figlio malato: “Oggi vabbo…”

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