Toronto

“Mia figlia prematura,
l’odissea negli ospedali”

TORONTO – “Mia moglie è devastata e io sono assolutamente esaurito. Non vogliamo più avere altri figli e mai più metteremo piede in ospedale in Ontario, questo è sicuro”. Rabbia, delusione, impotenza, preoccupazioni a non finire. La vita di Gabriele Forneris e di sua moglie, da più di un anno a questa parte, è diventata un inferno. Una nascita, quella della loro prima figlia, che doveva essere un momento di gioia ma che è stata invece l’inizio di una lunga serie di problemi e dispiaceri. “Quanto accaduto coinvolge tre ospedali con i quali c’è stato un problema di comunicazione, gli errori succedono ma il fatto è che non siamo stati messi al corrente – dice Forneris – mi ci è voluto un anno per scoprire come sono andate le cose, è successo solo quando ho chiesto le cartelle cliniche di mia figlia”. Di pagine di cartelle cliniche, dice Forneris, ne ha ben 820.

È un fiume in piena Gabriele Forneris che sciorina date e ricorda passo dopo passo l’odissea della sua bimba nata prematura il 10 maggio del 2022 della quale non menzioneremo il nome come da sua richiesta – e, di riflesso sua e della moglie. “L’estate scorsa, mentre era in terapia intensiva neonatale, la bimba ha sofferto di bassi livelli di ossigeno dal momento che era stata intubata in modo sbagliato – ricorda Gabriele Forneris – l’ho saputo dopo aver chiesto al Mississauga Hospital, dove è nata, la cartella clinica. L’ossigeno, che non deve mai scendere al di sotto del 95% è andato giù fino al 72% ed ora a causa di questo errore mia figlia potrebbe avere un danno cerebrale”.

Secondo l’Hospital for Sick Children di Toronto, i livelli di saturazione di ossigeno inferiori al 95%, noti come ipossiemia, possono essere motivo di preoccupazione nei bambini.

Forneris dice di essere ancora scioccato dall’aver acquisito queste informazioni solo dopo aver richiesto i dati completi della sua bambina: nè lui, nè la moglie sono stati messi al corrente di quanto era successo alla neonata.

La bimba, però, visto che migliorava è stata poi trasferita al Sunnybrook Hospital dove, dice Forneris “siamo stati informati sulle sue condizioni ogni giorno, sono stati eccellenti nel farci sapere come andava”. “A quel punto, siccome era fuori pericolo il 17 giugno la piccola è stata trasferita ancora una volta, al St. Joseph. “Mia moglie ed io eravamo lì tutti i giorni, volevamo seguirla da vicino, controllare che tutto proseguisse nel migliore dei modi”, ricorda ancora il papà della neonata. Quel che è successo dopo è qualcosa di incredibile, di sicuro un incubo per un genitore. “Era luglio e siamo arrivati un po’ in ritardo per la poppata, alla bimba quindi era già stato dato il latte – dice Forneris – mi sono accorto che sulla bottiglietta c’era un cognome completamente diverso dal mio, nome che non dico per ragioni di privacy. Non c’era il nome di mia figlia nè quello di mia moglie”.

Dopo aver negato di aver sbagliato, l’infermiera, presa dal panico, ha ammesso di aver fatto “a terrible mistake”. Un errore terribile. “Mia figlia vomitava, ho pensato che non era abituata a quel latte ed ho chiesto di parlare con il pediatra che mi ha rassicurato che la bimba non correva rischi per la sua salute a causa di quello sbaglio. Il 3 luglio però mia figlia è risultata positiva al citomegalovirus, virus si diffonde attraverso i fluidi corporei, compreso il latte materno.

In pratica ha contratto l’infezione dopo essere stata nutrita con il latte materno di un’altra mamma. Mia figlia, voglio precisare, era stata testata per il virus sia quando è nata che un mese dopo risultando negativa”.

Un virus, questo, CMV da non sottovalutare: secondo la Mayo Clinic, potrebbe contribuire alla perdita dell’udito e al ritardo dello sviluppo nei bambini. Un piccolo numero di bambini potrebbe sviluppare anche problemi alla vista. “Mia figlia ad oggi dimostra sordità completa dal lato sinistro e del 30% al lato destro – aggiunge Forneris – da un MRI fatto l’anno scorso – del quale non siamo stati messi al corrente – risulta che la bimba potrebbe avere anche un danno cerebrale”.

Il St. Joseph’s Health ha successivamente riconosciuto l’errore in una lettera alla coppia e si è scusata per essere stati la causa della loro “brutta esperienza”. “L’Ontario Public Health ha aperto ora una investigazione e dovrebbe comunicarci i risultati nel giro di un mese”, dice Forneris.

Secondo quanto dichiarato a Global News dall’avvocato specializzato in negligenza medica Paul Harte “spesso, casi come questo, sono un problema sistemico; gli ospedali ne sono responsabili e non esiste un organismo efficace che supervisiona gli ospedali allo stesso modo degli organismi che controllano medici, infermieri e altri professionisti sanitari”.

Harte ha affermato che ci sono state confusioni con il latte materno “per decenni” e che molte istituzioni utilizzano codici a barre per etichettare il latte piuttosto che fare affidamento su nomi scritti a mano o dattiloscritti sui biberon.

Errori e mancanza di comunicazione hanno scalfito la fiducia di Gabriele Forneris e di sua moglie nel sistema sanitario della provincia. Essere stati in grado di avere un quadro completo dell’accaduto solo dopo aver richiesto le cartelle cliniche questa primavera, quasi un anno dopo, è qualcosa che li ha sconvolti. La mancanza di trasparenza sullo stato di salute della loro bimba, dicono, “è lampante e ci ha scioccati”. Oltretutto la preoccupazione degli effetti a lungo termine del virus contratto dalla bimba hanno cancellato ogni barlume di serenità nella loro vita.

Forneris ha concluso dicendo che lui e sua moglie non hanno intenzione di chiedere un risarcimento monetario all’ospedale, ma vogliono essere sicuri che nessun altro bambino riceva il latte materno sbagliato. Che altri genitori debbano vivere l’incubo che ha sconvolto la loro vita e segnato quella della loro piccolina. Mai più.

Nella foto in alto, Gabriele Forneris con la sua bambina

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