TORONTO – È sempre più affollata la corsa per la carica di sindaco a Toronto. Fino a questo momento sono stati 75 i candidati che hanno scritto il proprio nome nella lista ufficiale, due dei quali – James Chung April e Rupica Singh Waraich – hanno poi deciso di ritirarsi. La griglia delle candidature, a occhio, è destinata a crescere ancora di più, visto che c’è tempo fino al 12 maggio per scendere ufficialmente in campo per il dopo Tory a Toronto.
In questa prima fase della campagna elettorale, fatta di annunci e promesse quasi quotidiane dai diretti interessati, arrivano anche i sondaggi per tastare il polso dell’elettorato torontino e tutte le indagini demoscopiche mettono in luce un clima di grande incertezza. Se potesse essere votato, queste elezioni le stravincerebbe il candidato chiamato “Non so”.
Stando infatti all’ultimo sondaggio della Liaison Strategies effettuato il 6 e il 7 maggio e pubblicato ieri, il 32 per cento degli intervistati non ha ancora deciso per chi votare all’appuntamento alle urne del 26 giugno. La fascia degli indecisi quindi, un elettore su tre, è quella che alla fine farà la differenza nella corsa a City Hall.
Per quanto riguarda i candidati in corsa, Olivia Chow continua a fare da battistrada, con il 18 per cento delle intenzioni di voto (che lievita al 27 per cento se si tiene conto solamente del numero di elettori che hanno già preso una decisione specifica), tallonata da Josh Matlow e Mark Saunders. Il consigliere comunale del Ward 12 Toronto-St. Paul’s e l’ex capo della polizia di Toronto sono appaiati all’11 per cento (16 per cento tra chi ha già deciso). A seguire, troviamo Brad Bradford all’8 per cento (12 per cento tra gli elettori sicuri), Mitzie Hunter al 6 per cento (10 per cento) e Ana Bailao al 6 per cento (9 per cento). Staccatissimi tutti gli altri, compresi gli italocanadesi Giorgio Mammoliti e Anthony Perruzza e il giornalista Anthony Furey.
L’ultimo sondaggio presentato ieri, comunque, oltre a mettere in luce l’ancora altissimo livello di incertezza nell’elettorato della città, conferma grosso modo come i rapporti di forza tra i vari candidati si siano stabilizzati con il passare dei giorni. Se teniamo conto degli ultimi cinque sondaggi realizzati dal 25 aprile a ieri, realizzati da Liaison Strategies, Mainstreet Research, Viewpoints Research e Forum Research, le oscillazioni nel livello di consenso sono abbastanza contenute.
La Chow, ad esempio, tenendo conto solamente il parametro degli elettori che hanno già deciso per chi votare il prossimo 26 giugno, ha un livello di consenso compreso tra il 26 e il 32 per cento. Matlow, invece, nello stesso arco di tempo registra un picco minimo dell’11 per cento e un massimo del 19 per cento, mentre la forbice delle intenzioni di voto per Saunders è compresa tra il 13 e il 20 per cento.
Per quanto riguarda gli altri principali candidati, Mitzie Hunter si posiziona dal 6 al 10 per cento, Bailao ha un minimo del 7 e un massimo del 17 per cento, mentre Bradford viaggia tra il 6 e il 15 per cento.
Insomma, i giochi sono tutt’altro che fatti. La fetta degli indecisi è maggioritaria e rappresenta il principale bacino di voti dal quale ogni singolo candidato potrà attingere per nutrire legittime aspirazioni di vittoria. Resta inoltre da capire fino a che punto tutti i candidati andranno avanti: l’eventuale passo indietro, con conseguente endorsement per un altro contendente, potrebbe modificare gli equilibri nella seconda fase della campagna elettorale.
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