Il Commento

L’Italia dice: “Let Georg(e)ia do it!”

TORONTO – L’espressione “Let George do it!”, di origine controversa, ma popolare nel lessico inglese del 20° secolo, era usata per “deferire la responsabilità per qualche compito o azione a qualche altra persona non specificata”. Gli italiani hanno riposto la loro fiducia in Giorgia.

Solo quattro anni e mezzo fa, il partito di Giorgia Meloni, Fratelli D’Italia, da lei co-fondato nel 2012 e tuttora da lei guidato, si qualificava a malapena per la rappresentanza in Parlamento italiano con il 4,4% di voti popolari. Quest’anno, gli elettori hanno premiato la sua determinazione e competenza con il 25% dei voti espressi, un aumento proporzionato al seggio elettorale senza precedenti nel complesso sistema elettorale italiano, o in qualsiasi altra democrazia occidentale. Inoltre, ha finito con il 5% di punti in più rispetto al partito conorrente più vicino.

La sua straordinaria performance assicura che la coalizione dei partiti di centrodestra abbia ora una netta maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento italiano. Sarà Primo Ministro e formerà il prossimo governo.

Sarà la prima volta che una donna guiderà il governo del Paese. Meloni è ora la terza leader donna in un Paese del G-7 ad aver guadagnato “il posto più alto” in virtù del sostegno ottenuto dal grande pubblico. Le altre sono Margaret Thatcher dalla Gran Bretagna e la tedesca Angela Merkle. Altre tre, la canadese Kim Campbell e le britanniche Theresa May e Liz Truss, sono diventate premier attraverso giochi interni al partito per occupare una sedia vuota.

È interessante notare che quelle donne sono/erano state elette alla carica da un elettorato conservatore. I media mainstream canadesi, imitando le loro controparti americane, sembrano confusi e perplessi, persino diffidando, di una figura politica come Giorgia Meloni. Per loro, è un oggetto sconosciuto, quindi viene variamente definita “super destra”, “estrema destra”, “ultra destra”, “destra dura” – un ritorno al fascismo del primo dopoguerra. Dovrebbero uscire più spesso.

Il suo programma è semplice: Dio, Patria, Famiglia. La Giorgia è impenitentemente “tradizionalista” ed euroscettica. È stata chiara nel voler guidare la rinascita dell’Italia.

Come ci si aspetta da un politico esperto e pratico, non parla per punti di discussione, né è costruita. La sua comprensione della governance e delle sfumature del federalismo nelle sue molteplici forme è notevole. E mastica politica in un inglese fluente e sciolto.

Ora guiderà la decima economia più grande del mondo, la sesta più importante nel G-7 e la terza più grande dell’Unione Europea.

Per più di dieci anni è stata una presenza politica ed è sopravvissuta in quella che è probabilmente una delle democrazie più difficili da governare. Meloni non è una mammoletta.

In uno screenshot di un suo post promozionale su Tik Tok (nella foto in alto), tiene due meloni al petto; assomigliano a delle palle. Le allusioni sono chiare. Il suo messaggio è semplice: “ricordatevelo, il 25 settembre: vi ho detto tutto…”. Riempite voi lo spazio vuoto.

Let Georg(e)ia do it! Niente potrà fermarla adesso.

PER LEGGERE I COMMENTI PRECEDENTI: https://www.corriere.ca/il-commento/

More Articles by the Same Author: