TORONTO – Serve un cambio di direzione, il prima possibile, se si vuole conservare anche una minima speranza di rimonta. È quanto chiedono alcuni deputati liberali dopo la batosta elettorale alle suppletive di Toronto-St. Paul’s, dove il candidato conservatore Don Stewart ha sconfitto contro ogni previsione la liberale Leslie Church. A preoccupare la base del partito, dopo la sconfitta alle urne, è l’immobilismo della dirigenza.
Con la fine di questa sessione parlamentare non sono infatti in programma nuovi incontri per il gruppo parlamentare fino a metà settembre e nelle fila liberali c’è chi chiede la convocazione del caucus per fare il punto della situazione, analizzare le ragioni della sconfitta ed elaborare una strategia per recuperare terreno nell’elettorato canadese. D’altro canto il messaggio che arriva dalle elezioni suppletive è abbastanza chiaro: in tutto il Paese, in questo momento, non esiste un distretto sicuro. Anche le circoscrizioni tradizionalmente liberali stanno registrando la crescita del Partito Conservatore: a Toronto-St. Paul i liberali detenevano il seggio dal 1993 i sondaggi della vigilia parlavano di una sicura vittoria.
Ma è evidente che l’aria nel Paese è cambiata e nemmeno le indagini demoscopiche riescono ad afferrare nella sua interezza il livello di malessere che l’elettorato canadese prova per il governo in carica. Alcuni deputati, parlando in via del tutta anonima alla Cbc, hanno chiesto al primo ministro di convocare il prima possibile un meeting del caucus. “Se decidiamo di aspettare fino a settembre – ha dichiarato un parlamentare liberale – non faremo altro che scrivere la nostra elegia funebre. Serve un incontro, il prima possibile”. “Dobbiamo correggere la direzione – gli ha fatto eco un altro mp – è evidente che così non si può più andare avanti”.
Chi invece ha deciso di metterci la faccia è la deputata Jenica Atwin: “È quasi una vergogna che non ci incontreremo come caucus fino a dopo l’estate, ma credo – ha poi aggiunto per addolcire la pillola – che il nostro focus in questo momento sia rivolto vero i membri delle nostre comunità”.
In ogni caso, Justin Trudeau si trova in una posizione molto scomoda. Il primo ministro ha già escluso categoricamente l’ipotesi di dimissioni, anche perché il tempo stringe: tanto vale andare al voto e, in caso di sconfitta, farsi da parte dopo l’appuntamento alle urne del 2025 per permettere al partito di rinnovare la propria leadership.
Il problema è che nei prossimi mesi sono in programma altre quattro elezioni suppletive, che potrebbero portare a nuovi passi falsi del Partito Liberale. Il 17 settembre si voterà a LaSalle-Émard-Verdun per sostituire l’ex ministro dimissionario David Lametti, il 3 novembre sarà la volta di Elmwood-Transcona, il 4 gennaio si voterà a Cloverdale-Langley City mentre è ancora da stabilire la data del voto ad Halifax. Tre seggi su quattro sono stati vinti dai liberali nelle elezioni del 2021: il rischio concreto è che il partito rimanga a mani vuote.
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