Canada

Liberali in crisi: mai così male dal 2015, mentre Poilievre vola

TORONTO – Per i liberali è notte fonda nei sondaggi. A certificare per l’ennesima volta lo stato di crisi del partito guidato da Justin Trudeau è il sondaggio mensile di Abacus Data: un’istantanea che mette in luce come il distacco tra i conservatori e il Partito Liberale sia diventato abissale, qualcosa come venti punti percentuali. Il partito di Pierre Poilievre raggiunge quota 42 per cento, guadagnando un punto percentuale rispetto al sondaggio realizzato a maggio, mentre i liberali perdono il 3 per cento delle intenzioni di voto e scendono al 22 per cento: si tratta del dato più basso registrato da Abacus dal 2015.

Il gap insomma aumenta, con il sistema elettorale maggioritario che è destinato ad avere un effetto moltiplicatore in ogni singolo distretto elettorale. Se si votasse i questo momento, insomma, ci troveremmo con un esito scontato: governo di maggioranza conservatore, con il partito dell’attuale primo ministro in lotta serrata per diventare almeno l’opposizione ufficiale, esito tutt’altro che scontato. A tallonare i liberali, infatti, troviamo l’Ndp di Jagmeet Singh, che riesce a capitalizzare solo in parte lo stato di crisi dei liberali: i neodemocratici agguantano il 19 per cento delle intenzioni di voto e possono quindi aspirare a migliorare il magro risultato delle elezioni del 2021.

Sempre secondo Abacus Data, è stabile il livello di consenso del Bloc Quebecois, che conferma l’8 per cento registrato il mese scorso, mentre il Green Party di Elizabeth May cresce di un punto percentuale e raggiunge il 5 per cento.

A livello regionale, i conservatori fanno l’en plein, con risultati nelle singole province che hanno del clamoroso. In Saskatchewan e Manitoba il partito di Poilievre si attesta attorno al 51 per cento, mentre i liberali si devono accontentare di uno striminzito 11 per cento delle intenzioni di voto. In Alberta i tory salgono al 61 per cento, con i grit fermi al palo all’11 per cento.

In British Columbia, provincia dove storicamente la corsa verso il voto è estremamente equilibrata, i conservatori salgono al 44 per cento, mentre i liberali non solo crollano al 18 per cento, ma si vedono scavalcare e di molto dai neodemocratici, che raggiungono un incoraggiante 27 per cento.

I rapporti di forza in Ontario rappresentano la cartina tornasole degli equilibri che si sono ormai stabilizzati nell’intero Paese. Qui il Partito Conservatore agguanta il 44 per cento delle intenzioni di voto, con il Partito Liberale che non va oltre il 27 per cento. Nelle Province Atlantiche, storico feudo liberale e tradizionale serbatoio di voti grit, i tory appaiono irraggiungibili con il loro 44 per cento, mentre il partito del primo ministro si ferma al 30 per cento.

Il Quebec rappresenta l’unica provincia canadese dove il Partito Liberale può guardare Pierre Poilievre da una posizione di forza, anche se molto relativa a dire il vero. Nella provincia francofona i grit sono al 24 per cento contro il 22 per cento dei conservatori: ma qui tutti i partiti devono fare i conti con il Bloc di Yves-François Blanchet, forte del suo 36 per cento e in salita rispetto agli ultimi sondaggi.

Insomma, siamo di fronte a uno scenario politico sconfortante per Trudeau, dove le chance di vittoria alle elezioni del prossimo anno si riducono ormai al lumicino. Dopo la presentazione del budget federale, il primo ministro aveva stilato una tabella di marcia che prevedeva il recupero di almeno 5 punti percentuali entro luglio. La rimonta non è avvenuta, almeno per ora, e tutti i segnali indicano che molto difficilmente il prossimo mese assisteremo a una più o meno netta inversione di tendenza. Senza dimenticare che quello di Abacus è il primo sondaggio effettuato dopo il taglio dei tassi d’interesse da parte di Bank of Canada: un fattore questo che, almeno in teoria, avrebbe dovuto dare una spinta ai liberali nei sondaggi. Invece, si registra l’ennesima battuta d’arresto.

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