L'analisi

Covid, a confronto i tassi di mortalità in tutto il mondo

TORONTO – I meccanismi di segnalazione delle statistiche Covid-19 variano, purtroppo. Vari tracciatori mantengono il conteggio dei casi totali confermati, quanti di questi sono guariti e il numero di decessi attribuibili alla malattia virale. Ora che i vaccini sono disponibili ovunque in numerosi Paesi, i data tracker aiutano gli interessati a seguire anche i progressi fatti con le vaccinazioni.

I dati presentati, nelle loro innumerevoli forme, offrono l’opportunità di studiare e confrontare i risultati da una componente all’altra. Quando si considera il Covid-19 ed i suoi e­ffetti, i valori più assoluti sono quelli relativi ai decessi. In questo caso, non c’è riabilitazione, non c’è guarigione e non c’è resurrezione. È inoltre difficile analizzare e confrontare le cifre relative ai decessi da una giurisdizione all’altra.

In alcuni casi, vengono utilizzati diversi metodi per contare le vittime attribuibili al Covid-19. Ad esempio, nelle prime fasi della pandemia, sono state considerate solo le morti ospedaliere. Fu solo successivamente che si iniziarono a registrare tutti i decessi Covid-19 verificatisi all’interno delle comunità.

Il Regno Unito ha iniziato ad includere le vittime nelle case di cura a lunga degenza solo alla fine di aprile 2020. Anche la demografi a di una nazione è un elemento da considerare. L’età è una componente importante perché i tassi di mortalità sono spesso più alti tra le popolazioni più anziane.

Anche le caratteristiche del sistema sanitario svolgono un ruolo nei tassi di mortalità. Con l’aumento delle infezioni all’interno delle comunità, la probabile sequenza di eventi porta ad un aumento dei ricoveri ospedalieri. Ospedali sovra­ffollati sono sempre l’indicazione di una maggiore pressione sul sistema sanitario.

Di conseguenza, si verifica una mancanza di cure adeguate per i pazienti, che purtroppo porta ad un aumento dei tassi di mortalità.

Per contestualizzare il tasso di mortalità, nei grafi ci allegati sono riportati i decessi da Covid-19 per ogni milione di abitanti (mpm). La selezione dei Paesi e delle giurisdizioni incluse riguarda quelli con una popolazione superiore ai dieci milioni di abitanti e che hanno alcuni dei più alti tassi di decessi mpm (grafico 1).

Il Belgio ha – di gran lunga – il tasso di mortalità più deprimente del mondo. Con 1.791 morti pmp, ci si può solo chiedere come una nazione ricca, con un’economia guidata dalla scienza e dallo sviluppo tecnologico, possa collocarsi al primo posto in una lista alla quale nessun Paese desidera partecipare.

Il Regno Unito e l’Italia si collocano al secondo ed al terzo posto nella lista. Entrambi i Paesi hanno registrato i più alti tassi di mortalità dall’inizio della pandemia.

Sebbene gli Stati Uniti abbiano registrato il maggior numero di morti (431.397) tra i Paesi del mondo, si collocano al quarto posto nella lista, se si considera solo il tasso di 1.299 decessi mpm. Se il Canada avesse avuto lo stesso tasso degli Stati Uniti, in base alla sua popolazione, avrebbe registrato circa nove volte più morti di quanto risulta attualmente.

Dando uno sguardo ai tassi delle aree a noi vicine, all’Ontario per esempio, notiamo uno dei tassi più bassi rispetto ad altre giurisdizioni sub-nazionali (grafico 2).

Il tasso di 396 mpm è molto più basso del vicino Quebec (1.110 mpm), e molto più basso anche dei suoi vicini statunitensi.

Sebbene quello di New York sia lo Stato americano col maggior numero di morti – oltre 42.600 – è lo Stato del New Jersey che si colloca al posto peggiore con 2.361 morti.

Quindi, che ci si senta a­ffaticati per il Covid-19 o annoiati dalle misure di distanziamento sociale o per il lockdown, uno sguardo più da vicino a questi tassi potrebbe porre le cose in prospettiva.

Su questa base, la situazione in Ontario sembra quasi sopportabile.

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