Il Commento

La guerra alle famiglie cattoliche, parte II

TORONTO – OECTA e PFlag riversano ODIO su genitori e amministratori fiduciari. Entrambe le organizzazioni lo fanno attraverso la parola scritta. A quale scopo, ci si potrebbe chiedere? L’OECTA, il sindacato che rappresenta gli insegnanti nella regione di York, opera con un budget annuale stimato di circa 7,5 milioni di dollari, derivante dalle quote associative riscosse su circa 5.000 docenti.

In vista della riunione dell’YCDSB del 30 gennaio 2024, i “dirigenti” di PFlag e OECTA hanno lanciato una “chiamata alle armi” per respingere due proposte di mozione presentate dal fiduciario Frank Alexander: una riguardante la preminenza della bandiera dello stato canadese, l’altra su adesivi e simboli religiosi che riflettono i messaggi cristiani cattolici.

Il conflitto a tema religioso domina i cicli di notizie contemporanei, come avviene oggi (manifestazioni tipo anti-semiti, Islamfobia etc.), e dato il “successo” attirato mediatico riscosso dalle loro tattiche lo scorso anno, gli “strateghi” dell’OECTA hanno ritenuto imperativo chiamare la stampa della GTA per assistere al dibattito ed alla sconfitta delle mozioni Alexandriane; seguito poi dai regolamenti che sarebbero imposti su Alexander ed i suoi alleati.

Il Corriere non era nella lista degli invitati, ma ciò che accade all’YCDSB preoccupa costantemente i nostri lettori: 144.000 residenti della Regione di York si sono autoidentificati come etnicamente italiani nell’ultimo censimento, mentre circa 250.000 abitanti della Regione si autoidentificano come cattolici. È una scommessa sicura dire che quasi il 100% di questi “italiani” sono [almeno culturalmente] cattolici. E quindi rappresentano oltre il 50% della clientela del Provveditorato.

L’YCDSB, con il suo budget annuale di circa $ 700 milioni di dollari, è il loro Provveditorato e ad altri genitori che condividono gli stessi valori di religione e non quelli dell’OECTA, né di qualsiasi gruppo i cui valori possano differire. La Legge offre a questi ultimi la possibilità, interamente finanziata, di andare altrove. Quindi, nessuna discriminazione. Senza esprimere giudizi su questi valori, la Costituzione dice che è così! In essa, non vi è alcuna menzione dell’OECTA né del PFlag. Arcivescovo Leo, per favore, prenda nota.

Indifferenti ai diritti di quei genitori all’educazione [cattolica] che spetta loro per legge, entrambe le organizzazioni hanno avanzato una rivendicazione su tali diritti demonizzando le pratiche cattoliche di Alexander e del Provveditorato. Il Cattolicesimo può essere un bersaglio facile nel mondo di oggi, ma incitare all’odio con l’accusa di essere colonizzatori religiosi, praticanti di omofobia, transfobia… (riempite voi gli spazi vuoti)… e di eresia non certo influenzerà il pubblico.

Il contenuto al vetriolo della lettera di Mike Totten, scritta su carta intestata del sindacato e diretta al fiduciario Alexander (e secondariamente ai fiduciari di origine italiana che lo sostengono), deve far venire l’acquolina in bocca agli avvocati che si occupano di diffamazione. Totten e il suo staff di dirigenti possono essere ben pagati (dodici su tredici guadagnano tra i 103.000 e i 130.000 dollari all’anno, secondo la Sunshine List dell’Ontario, 2022), ma sono pur sempre dipendenti del Catholic Board. La slealtà verso la ragion d’essere del proprio datore di lavoro sul mercato è solitamente giusta causa di licenziamento.

Come osservato nell’articolo di ieri, le mozioni sono state rinviate a data da destinarsi. Tuttavia, ci sono almeno tre cause legali che incombono sul Provveditorato e sui singoli fiduciari su questo argomento. Siamo entrati nella fase del Lawfare (guerra di diriito) , dove “gli aggressori, dotati di denaro e consulenza legale, sperano di strappare ciò che non è loro”.

Come minimo due studi legali si sono prestati a questo squallido esercizio intentando cause legali al Tribunale per i diritti umani e alla Corte divisionale dell’Ontario.

(continua…)

Nelle foto in alto, la riunione del consiglio dei fiduciari allo YCDSB martedì scorso ed il pubblico presente in sala (foto Corriere Canadese)

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