Interviste

La pandemia
fonte di ispirazione
per Carlo Bianchini

MARKHAM – La pandemia, per un artista, può essere anche fonte d’ispirazione. E così è stato per Carlo Bianchini, giovane cantautore canadese figlio di immigrati italiani che tra il primo e il secondo lockdown ha scritto e registrato, nella sua casa-studio di Markham, l’album “Quarantine Sessions”, contenente ben quattordici canzoni originali fra le quali c’è anche “Grandpa”, un dolcissimo e malinconico omaggio a genitori e nonni “che hanno fatto tanti sacrifici – spiega lo stesso Carlo – per venire in Canada e dare una vita migliore alle loro famiglie”.

Carlo è nato a Toronto, i suoi genitori sono entrambi italiani. Ha iniziato a esibirsi già da bambino, facendo la sua prima apparizione televisiva all’età di 11 anni. Due anni dopo aveva la prima band, gli Stardust, con i quali ha suonato in locali notturni, feste e matrimoni fino a trovare spazio in eventi importanti a fianco di celebri artisti italiani del calibro di Umberto Tozzi e Toto Cutugno.

Poi sono arrivati i primi riconoscimenti, come la trasmissione delle sue canzoni alla radio: “Maria” e soprattutto il singolo “Miracles” co-prodotto da Rich Dodson del trio rock canadese The Stampeders e mandato in onda in Canada, Stati Uniti, Regno Unito ed Europa. “Non dimenticherò mai quello che ho provato ascoltando per la prima volta ‘Miracles’ alla radio in macchina, a Toronto”, ci racconta Carlo che oggi, con “Quarantine Sessions”, è al suo terzo album dopo “Mother Nature (2010) e “Looking For The Light” (2015).

Carlo, come è nato “Quarantine Sessions”?
“Mi sono ritrovato chiuso in casa, isolato come tutti quanti. E ho deciso di lanciare un  messaggio di speranza, per superare la paura e l’ansia che la pandemia ha causato in tutti noi. Così nel marzo del 2020 ho iniziato a scrivere, registrare e produrre nuove canzoni. E lo scorso 5 dicembre scorso le ho pubblicate” (l’album è disponibile su tutti gli streaming e le piattaforme di download, ndr).

Si va dalle atmosfere pop di “Keeping Hope Alive” o rock di “I Need Some Air” fino alla nostalgia di “Grandpa” nella quale canti: “Così tante notti ha sperato di tornare a casa, così tante notti da solo in questo nuovo mondo”.
“Sì, quella canzone è dedicata ai sacrifici fatti da genitori e nonni fatti per venire in Canada e dare una vita migliore alle loro famiglie. Per loro è stata dura. Ho voluto rendere omaggio a loro con la mia musica” (qui il testo completo: Grandpa lyrics). 

Hai registrato l’ultimo disco tutto da solo. Hai una band in questo momento?
“Sì, e recluto anche altri musicisti quando ne ho bisogno. Ma mi piace avere il controllo sulla mia musica. Certo, se Quincy Jones volesse aiutarmi a produrre il prossimo disco, non avrei alcun problema…”.

Quali sono le tue influenze musicali?
“Sicuramente i Beatles sono la mia più grande influenza” (e proprio grazie al comune amore per i ‘Fab Four’, il cantautore e chi scrive si danno del “tu” nell’intervista! – n.d.a.)

Cosa vorresti, adesso? Hai sogni nel cassetto?
“Quando questa pandemia sarà finita, vorrei fare un tour ed esibirmi con il nuovo materiale davanti ad un pubblico, dal vivo. I miei sogni? Che il ‘nuovo’ mondo sia migliore di quello precedente. E che io possa continuare a scrivere e creare musica ancora più bella per un pubblico ricettivo”.

Per ascoltare estratti dei nuovi brani di Carlo Bianchini: https://carlobianchini.hearnow.com

 

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