TORONTO – È scontro a Ottawa sulla controversa vicenda della presunta collusione di alcuni parlamentari con potenze straniere. In particolare la battaglia politica ruota attorno all’ipotesi di pubblicare i nomi dei deputati, sulla scia di quanto appurato nel rapporto pubblicato dalla commissione parlamentare sulla Sicurezza Nazionale e Intelligence (NSICOP).
Per ora il governo federale fa muro: pubblicare la lista dei parlamentari – è questa la tesi ribadita a più riprese dal ministro Dominic LeBlanc – potrebbe compromettere la sicurezza nazionale, visto che le informazioni relative alle interferenze straniere sono state secretate dal governo. E se l’Ndp e i Verdi hanno mostrato delle aperture sulla tesi dell’esecutivo, i conservatori vanno avanti per la loro strada, chiedendo al primo ministro Justin Trudeau di fornire tutte le informazioni in suo possesso.
Il rapporto della commissione afferma che alcuni parlamentari “sono o sono stati partecipanti semi-consapevoli o consapevoli” agli sforzi di Stati stranieri per interferire nella politica canadese. Il va poi nel dettaglio, sottolineando quanto è stato fatto dai parlamentari in questione.
Gli mp collusi avrebbero comunicato frequentemente con le missioni straniere prima o durante le campagne politiche per ottenere il sostegno di gruppi comunitari o imprese che le missioni diplomatiche promettono di mobilitare silenziosamente a favore di un candidato. Inoltre, avrebbero accettato, “consapevolmente o intenzionalmente”, fondi o benefici da missioni straniere o dai loro delegati, che sono stati stratificati o altrimenti mascherati per nascondere la loro fonte. Ma non solo.
I parlamentari sotto indagine avrebbero fornito ai funzionari diplomatici stranieri informazioni sul lavoro o sulle opinioni dei colleghi parlamentari e avrebbero risposto a “richieste o istruzioni da parte di funzionari stranieri” per influenzare impropriamente i colleghi parlamentari o le attività parlamentari a vantaggio di uno Stato straniero.
Oltre a questo, gli mp avrebbero fornito informazioni apprese in via confidenziale dal governo a un noto ufficiale dell’intelligence di uno stato straniero. Il rapporto cita la Cina e l’India come due dei paesi che presumibilmente cospirano con i parlamentari canadesi.
Il governo, nel frattempo, si offre di informare i leader dei partiti di opposizione che ottengono i necessari nulla osta di sicurezza sull’intelligence classificata. Il leader dell’NDP Jagmeet Singh e la co-leader del Partito dei Verdi Elizabeth May hanno entrambi detto che accetteranno questa offerta da parte del governo.
Yves-François Blanchet del Bloc Québécois sta valutando l’offerta. Il leader conservatore Pierre Poilievre ha, fino ad oggi, rifiutato briefing riservati sulle interferenze straniere, sostenendo che limiterebbe la sua capacità di parlare pubblicamente sulla questione.
“L’azione penale non è l’unico strumento a disposizione del governo per contrastare le minacce di interferenza straniera contro il Parlamento”, ha detto Michael Chong, ministro ombra conservatore degli Affari esteri.
“Il mio collega sa benissimo che nessun governo responsabile rivelerebbe i nomi coinvolti in specifiche situazioni di intelligence”, ha detto LeBlanc in risposta alla richiesta di Chong.
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