ROMA – Sono risultati 1.010 i neo positivi al test del coronavirus, registrati ieri in Italia, mentre sono state 14 le nuove vittime. 177.977 i tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore, su tutto il territorio nazionale, col tasso di positività pressoché stabile allo 0,56%. Sono tuttora 180 i pazienti ricoverati per Covid nei reparti ospedalieri di terapia intensiva, con un calo di 7 unità rispetto a martedì. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 8, mentre martedì erano stati 11. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari erano ieri 1.234, in calo di 37 unità rispetto alle 24 ore precedenti.
Sulla diffusione della variante Delta “bisogna essere prudenti, ma non dobbiamo trasformare la prudenza in paura. Guardando i dati degli altri Paesi, osserviamo che la variante Delta è molto meno aggressiva e raramente provoca delle ospedalizzazioni”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. “Dobbiamo proseguire la campagna vaccinale nella consapevolezza che il vaccino è la via d’uscita da questa pandemia – ha sottolineato Costa – e i dati dimostrano che è efficace anche contro la variante Delta, quindi ci permette di guardare al futuro con ottimismo, con la speranza di proseguire in questo percorso di ritorno alla normalità. Dobbiamo convincere i cittadini che sono scettici sul vaccino. Bisogna poi incrementare e migliorare il tracciamento così come il sequenziamento del virus”.
“Non dobbiamo soffermarci solo sul numero dei contagi, questo sarebbe sbagliato e – ha ammonito Costa – rischierebbe di diffondere un sentimento di paura. Dobbiamo valutare con attenzione e monitorare quanti nostri concittadini vengono ricoverati e quanti finiscono in terapia intensiva. Non ci dobbiamo spaventare se c’è un aumento dei contagi, se questi contagi non provocano ospedalizzazioni. Io non so neanche se abbia ancora senso comunicare ogni giorno i dati, credo ci sia bisogno di fare considerazioni diverse con un approccio diverso, oggi la vera sfida è far comprendere ai cittadini che dobbiamo vaccinarci e dovremmo concentrarci su questo”.
Parlando poi dell’ipotesi di estendere l’obbligo vaccinale al personale scolastico il sottosegretario alla Salute ha spiegato che “non è sul tavolo perché non abbiamo ancora numeri certi che ci permettono d’identificare l’entità del problema. Qualora ci dovesse essere una problematica rilevante sotto questo aspetto è una delle riflessioni che certamente dovremmo fare”.
“Le scuole possono e devono diventare luoghi sicuri. Di fronte a studenti vaccinati – ha osservato Costa – non solo la scuola in presenza ma credo che si possa anche valutare l’ipotesi di non tenere più la mascherina durante le lezioni in classe con il distanziamento. Quello di ricominciare la scuola in presenza deve essere un obiettivo primario del governo. Anche il premier Draghi durante il suo insediamento ha messo in evidenza con forza questa necessità. Io credo che le condizioni per poterlo fare ci sono”.
Quanto alla terza dose di vaccino, possibile il prossimo autunno, “è una scelta che la politica dovrà fare nel momento in cui la comunità scientifica e il Cts ci daranno indicazioni chiare. Le indicazioni che abbiamo oggi ci dicono che probabilmente una terza dose ci vorrà, per quanto riguarda l’arco temporale si ragiona intorno all’anno” ha spiegato Costa. “Considerando che abbiamo iniziato la vaccinazione a fine dicembre – ha osservato – è verosimile che alla fine di quest’anno potrebbero cominciare le somministrazioni delle terze dosi”.