TORONTO – Secondo il censimento del 2016, la regione di York ha la più alta concentrazione di Canadesi che si identificano di origine italiana, il 38% nella sola città di Vaughan. La maggior parte di loro manda i propri figli nelle scuole amministrate dallo York Catholic District School Board (YCDSB). Il Provveditorato è attualmente retto da dieci trustee equamente suddivisi tra cinque fiduciari di origine italiana e cinque che non lo sono (compreso un membro di una minoranza visibile).
Dal punto di vista della governance, il consiglio scolastico è congelato nella disfunzionalità a causa di una grave accusa di discriminazione mossa contro il fiduciario Mc Nicol per i suoi insulti pubblici e per diffamazioni basate sull’etnia dei trustee Cantisani, Giuliani, Iafrate, Marchese e Mazzotta.
Di recente, quest’ultimo gruppo ha espresso la sua protesta rifiutandosi di partecipare alle riunioni del Consiglio, a meno che e fino a quando il presidente, Elizabeth Crowe, non coinvolgerà il Consiglio stesso in una discussione aperta e pubblica sulle accuse.
Martedì pomeriggio, 20 settembre, in una riunione del Comitato Esecutivo (https://www.ycdsb.ca/trustees/committee-meetings) i cinque hanno fatto uno sforzo per sbloccare la situazione di stallo ripetendo la loro richiesta in sessione pubblica. Il dibattito che ne è seguito durante la seconda metà di una riunione di 37 minuti ha rivelato alcune questioni preoccupanti al di sotto dell’apparenza collegiale del Consiglio.
Il presidente Crowe potrebbe essere parte del problema. È al fianco di Mc Nicol, che non sta facendo alcuno sforzo per negare le accuse o per difendere le sue azioni e dichiarazioni. Crowe ha invece cercato di spingere i cinque italo-canadesi a presentare una denuncia al Codice di Condotta. Tale Codice non copre le materie discriminatorie e in ogni caso il processo che ne deriva non potrebbe concludersi entro il giorno delle elezioni. E verrebbe terminato.
Tuttavia, è rimasta nella sua posizione, sostenendo, in vario modo, che il Ministro/Ministero abbia consigliato che questo sarebbe stato un modo appropriato per affrontare la presunta discriminazione. Sotto pressione, ha affermato che il Ministro/Ministero le avrebbe detto… no, [al] Direttore… di chiedere un parere legale e che il parere risultante giustificava la sua posizione.
Prima di tutto, la risposta o la reazione del Ministro/Ministero (se effettivamente è stata cercata) suggerisce che lui/loro non volevano nessuna parte di questa patata bollente. In secondo luogo, il presidente Crowe non potrebbe e non vorrebbe condividere tale parere, se uno effettivamente esiste.
Quando è stata incalzata, ha detto che il parere legale era indicato privato e confidenziale “per il Consiglio”, ma i trustee non potevano averlo. Inoltre, ha affermato, il parere era stato espresso a voce; quindi, non c’era alcun documento cartaceo da condividere. E, oh, a proposito, non aveva intenzione di rivelare il nome dell’avvocato o dello studio legale che le avrebbe sussurrato il contenuto all’orecchio.
Quel “sussurro” sarà costato un bel soldo, hanno affermato i trustee lesi, osservando che né il presidente né il direttore hanno l’autorità di incaricare consulenti esterni senza previa approvazione del Consiglio su questioni di routine (vedi il documento in alto). Costi, a loro parere, inutilmente se non illegalmente assunti.
Se le accuse di discriminazione da parte dei fiduciari non sono questioni “di routine”, allora una discussione aperta potrebbe chiarire le questioni, infliggere le conseguenze e consentire al processo di governance di riprendere i propri obblighi.
Il trustee Giuliani ha giustamente sottolineato che il presidente ha il dovere fiduciario di procedere di conseguenza, altrimenti sta “alimentando” l’autore di quel comportamento discriminatorio e invitando il pubblico a vederla come la stessa.
Il Corriere ha cercato di contattare il Ministro/Ministero per verificare gli scambi con l’YCDSB in merito ma ha ricevuto risposte “on background” al momento della stampa.
Traduzione in Italiano a cura di Marzio Pelù
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